Una bassa frequenza cardiaca a riposo nella tarda
adolescenza è stata associata, in un campione
svedese, ad una maggiore criminalità nei maschi
adulti. Il nuovo studio del Karolinska Institutet di
Stoccolma e della University of Helsinki in
Finlandia è stato pubblicato sulla rivista
scientifica JAMA Psychiatry.
La bassa frequenza
cardiaca a riposo è stata letta o come un indicatore
di scarsa propensione all'eccitazione psicologica,
situazione che potrebbe portare alcuni a cercare
esperienze stimolanti, o come indicatore di
debolezza nella risposta a stimoli avversi e
stressanti, fatto che può portare a seguire
comportamenti temerari e ad assumere più rischi.
Tuttavia della bassa frequenza cardiaca a riposo
come indicatore di una futura grave violenza non se
ne sa molto.
Una migliore comprensione dei fattori biologici di
rischio-violenza a livello individuale potrebbe
comunque aiutare sia a prevenirlo che a contenerlo.
Antti Latvala, Ph.D.,
del Karolinska Institutet di Stockholm, con
l'Università di Helsinki, in Finlandia e con altri
coautori, ha esaminato il rapporto tra bassa
frequenza cardiaca a riposo nella tarda adolescenza
e la possibilità di prevedere comportamenti
criminali violenti più avanti negli anni. I
ricercatori hanno studiato i dati di 710.264 uomini
svedesi, nati tra il 1958 ed il 1991, seguiti fino a
35,7 anni.
Bassa frequenza cardiaca a riposo e pressione
sanguigna sono state misurate alla visita della leva
militare intorno ai 18 anni di età..
Sono stati 40.093 gli
uomini condannati per crimini violenti durante circa
12,9 milioni di anni/persona seguiti dai
ricercatori.
Gli studiosi hanno trovato che, paragonati con i
139.511 uomini con i battiti cardiaci più frequenti
(83 o più pulsazioni al minuto), quelli con meno
battiti al minuto (60 pulsazioni o meno al minuto)
avevano il 39% di probabilità in più di essere
condannati per crimini violenti ed il 25% di
probabilità in più di essere condannati per crimini
non violenti.
Secondo i ricercatori
questi risultati confermano che, oltre ad essere
associati con tendenze antisociali ed aggressive
nell'infanzia e nell'adolescenza, i livelli di
pulsazioni cardiache bassi sono legati ad un aumento
del rischio di comportamenti antisociali violenti e
non violenti nell'età adulta.
Date la complessità
della persona umana, l'esiguità dei parametri
considerati e la localizzazione geografica ben
definita del campione, prima di estendere ad altre
realtà le conclusioni di questa ricerca
saranno opportune le verifiche del caso.
Per saperne di più
A Longitudinal Study of Resting Heart Rate and
Violent Criminality in More Than 700,000 Men
Antti Latvala, Ralf Kuja-Halkola, Catarina Almqvist,
Henrik Larsson, Paul Lichtenstein,
JAMA Psychiatry, published online September 09,
2015.
doi:10.1001/jamapsychiatry.2015.1165
Marco Dal Negro |