La solitudine è più di uno stato d'animo: per gli
anziani percepire l'isolamento sociale è un grande
pericolo per la salute che può far crescere il
rischio di morte prematura anche del 14%.
Che facesse male era
noto, ma i meccanismi cellulari sottostanti ai danni
causati dalla solitudine sono sempre stati
sostanzialmente sconosciuti. Ora John Cacioppo,
psicologo di Chicago e studioso della solitudine ha
pubblicato uno studio sui meccanismi attraverso i
quali la solitudine ci fa ammalare.
Pubblicato su
Proceedings of the National Academy of Sciences il
23 novembre 2015 lo studio mostra come la solitudine
influisce sulla produzione di globuli bianchi nel
sangue. Lo studio ha approfondito gli effetti della
solitudine sia sugli esseri umani che sui macachi
rhesus, una specie di primati molto sociali.
Oltre a Cacioppo il
gruppo di ricerca comprende Steven W. Cole della
UCLA (University of California, Los Angeles) e John
P. Capitanio del California National Primate
Research Center alla University of California,
Davis..
Una precedente ricerca
dello stesso gruppo ha identificato il legame tra la
solitudine ed un fenomeno chiamato risposta
trascrizionale conservata alle avversità” o CTRA,
una risposta caratterizzata da una maggiore
espressione dei geni coinvolti nell'infiammazione e
ad una diminuita espressione dei geni coinvolti in
risposte antivirali.
Le persone che si sentono sole, perciò, hanno una
risposta immunitaria meno efficace e sono più
soggetti ad infiammazioni rispetto a chi non soffre
di solitudine.
Maggiori dettagli sono
presenti nella
pagina in inglese di questo articolo.
Per saperne di più
PNAS - Proceedings of the National Academy of
Sciences
Myeloid differentiation architecture of leukocyte transcriptome dynamics in perceived social isolation
Link...
Marco Dal Negro |