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Rischio cardiaco sovrastimato secondo i molti ricercatori (05/03/2015)

La maggior parte dei mezzi standardizzati usati per calcolare il rischio cardiaco dei pazienti, e quindi per decidere se far prendere loro dei farmaci, sovrastima il reale rischio, inducendo molte persone a sottoporsi a terapie non necessarie.

Il discorso, in sintesi è questo: secondo i ricercatori della Johns Hopkins Medicine e di altre istituzioni i metodi standardizzati utilizzati per valutare il rischio di attacchi cardiaci sono troppo grossolani e non tengono conto delle peculiarità dei singoli individui, con il risultato di sovrastimare nella maggior parte dei casi il rischio.
Per tutti coloro che si trovano nella zona intermedia, cioè fuori dalle fascie di quelli che sono particolarmente a rischio o non lo sono affatto, per tutti gli intermedi, che sono molti, gli attuali metodi di valutazione indicano un rischio superiore a quello reale.

Questo significa che ci sono decine di migliaia di persone in cura con farmaci inutili dal punto di vista cardiaco ma con tutto il loro bagaglio di effetti collaterali e controindicazioni in parte ben noti.

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Nei risultati di questo studio pubblicato sugli Annals of Internal Medicine il 17 febbraio 2015, Michael Blaha, M.D., M.P.H., direttore della ricerca clinica al Johns Hopkins Ciccarone Center for the Prevention of Heart Disease invita i medici a valutare caso per caso, in modo meno standardizzato, considerando un maggior numero di elementi prima di prescrivere farmaci.

Oltre a mettere a rischio la salute dei pazienti l'abitudine ad usare mezzi di valutazione standardizzati porta un incremento dei costi per le cure, soldi che potrebbero essere utilizzati sicuramente in modo più favorevole per i pazienti.

Per approfondire maggiormente nel dettaglio i risultati dello studio una sintesi è nella pagina in inglese di questa notizia.

Per saperne di più
Annals of Internal Medicine

Johns Hopkins Medicine

Marco Dal Negro

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