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Non ti arrabbiare, attento all'infarto (04/03/2015)

Una ricerca della University of Sydney ha quantificato l'aumento del rischio di infarto in caso di arrabbiatura o di ansia molto intense: 8,5 volte di più nel primo caso e 9,5 volte nel secondo.

E' sempre stato chiaro che la rabbia violenta porta un restringimento dei vasi sanguigni con conseguente aumento della pressione sanguigna, un aumento del numero di battiti cardiaci ed una maggiore creazione di coaguli, tutti fattori che favoriscono l'infarto cardiaco. Ma i ricercatori australiani ora hanno quantificato questo aumento del rischio mostrando che anche gli stati ansiosi importanti hanno conseguenze analoghe.

Un altro elemento emerso è rappresentato dai tempi relativi al pericolo, che si estendono alle due ore successive ai picchi.

Lo studio si è basato su pazienti sospettati di attacco cardiaco, in seguito confermato da angiografia al Royal North Shore hospital.
I pazienti cui era stato confermato il blocco acuto delle coronarie erano stati ricoverati ed interrogati sulla loro vita nelle 48 ore precedenti i sintomi.

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Dato l'alto numero di infarti, anche se quelli legati alla rabbia rappresentano solo il 2% circa del campione, sono comunque, in assoluto, una quantità considerevole.
La necessità di prendere iniziative che possano aiutare a prevenire questi infarti diventa perciò assolutamente rilevante.

Il Professor Geoffrey Tofler, della Preventive Cardiology, University of Sydney, suggerisce, tra le altre iniziative per ridurre il rischio, quella di assumere eventualmente dei farmaci come l'aspirina o dei beta-bloccanti che possano interrompere il legame tra lo stimolo emotivo ed il conseguente infarto.

Per saperne di più
European Heart journal - Acute Cardiovascular Care
Study: Triggering of acute coronary occlusion by episodes of anger

The University of Sydney

Marco Dal Negro

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