Una ricerca della University of Sydney ha
quantificato l'aumento del rischio di infarto in
caso di arrabbiatura o di ansia molto intense: 8,5
volte di più nel primo caso e 9,5 volte nel secondo.
E' sempre stato chiaro
che la rabbia violenta porta un restringimento dei
vasi sanguigni con conseguente aumento della
pressione sanguigna, un aumento del numero di
battiti cardiaci ed una maggiore creazione di
coaguli, tutti fattori che favoriscono l'infarto
cardiaco. Ma i ricercatori australiani ora hanno
quantificato questo aumento del rischio mostrando
che anche gli stati ansiosi importanti hanno
conseguenze analoghe.
Un altro elemento emerso
è rappresentato dai tempi relativi al pericolo, che
si estendono alle due ore successive ai picchi.
Lo studio si è basato su
pazienti sospettati di attacco cardiaco, in seguito
confermato da angiografia al Royal North Shore
hospital.
I pazienti cui era stato confermato il blocco acuto
delle coronarie erano stati ricoverati ed
interrogati sulla loro vita nelle 48 ore precedenti
i sintomi.
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Dato l'alto numero di
infarti, anche se quelli legati alla rabbia
rappresentano solo il 2% circa del campione, sono
comunque, in assoluto, una quantità considerevole.
La necessità di prendere iniziative che possano
aiutare a prevenire questi infarti diventa perciò
assolutamente rilevante.
Il Professor Geoffrey
Tofler, della Preventive Cardiology, University of
Sydney, suggerisce, tra le altre iniziative per
ridurre il rischio, quella di assumere eventualmente
dei farmaci come l'aspirina o dei beta-bloccanti che
possano interrompere il legame tra lo stimolo
emotivo ed il conseguente infarto.
Per saperne di più
European Heart journal - Acute Cardiovascular Care
Study:
Triggering of acute coronary occlusion by episodes
of anger
The
University of Sydney
Marco Dal Negro |