Con il passare del tempo, a seguito di traumi
cerebrali o di malattie come l'Alzheimer, certi
ricordi sembrano persi e non riusciamo più a
richiamarli. Alcuni scienziati del RIKEN-MIT Center
for Neural Circuit Genetics hanno cercato di
comprendere un po' di più se il problema sia nella
perdita vera e propria dei ricordi o se invece sia
nella capacità di richiamarli nel momento
desiderato.
Per farlo gli studiosi
hanno operato su dei topi, creando un riflesso
condizionato: tutte le volte che i topi entravano in
una determinata area ricevevano una piccola scarica
elettrica ai piedi, in modo che ogni volta che
fossero entrati nell'area sentissero la scarica
anche quando non veniva data.
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Gli scienziati hanno
perciò concluso che, in questa situazione, i ricordi
non erano stati cancellati, ma vi era stato solo un
problema nel richiamarli.
La perdita di parti
della memoria, così come l'incapacità di ricordare
un singolo evento, possono in realtà essere dovuti
ad ambedue le cause e non è possibile trovare regole
universali. Un danno cerebrale può avere interessato
i neuroni che contengono il ricordo oppure quelli
usualmente utilizzati nel richiamarlo.
Com'è ben noto agli
specialisti che utilizzano le tecniche ipnotiche,
quando il ricordo è ancora presente nei neuroni
molto spesso è possibile richiamarlo: evidentemente
vengono attivati nuovi percorsi che lo permettono,
così come spesso avviene nella rieducazione motoria
post-traumatica.
Per saperne di più
Tomás J. Ryan, Dheeraj S. Roy, Michele Pignatelli,
Autumn Arons and Susumu Tonegawa, "Engram Cells
Retain Memory Under Retrograde Amnesia", Science,
doi: 10.1126/science.aaa5542
Marco Dal Negro |