Le probabilità di essere soggetti ad un infarto o un
attacco di cuore aumentano in modo significativo se
siete stati ricoverati in ospedale per polmonite,
almeno secondo uno studio pubblicato sul prestigioso
giornale dell'American Medical Association Jama.
La prima conclusione che si trae da questo studio è
che le persone che sono state ricoverate in
strutture sanitarie per polmonite dovrebbero essere
considerate soggette a maggiore rischio
cardiovascolare. Così spiega il Dr. Vicente
Corrales-Medina, un medico delle malattie infettive
e ricercatore al The Ottawa Hospital, assistente
professore alla facoltà di medicina della University
of Ottawa.
E sempre secondo il ricercatore questo significa due
cose: per prima cosa ci offre un'altra ragione per fare tutto ciò
che è possibile per prevenire le polmoniti, sia con
le vaccinazioni che con la normale pulizia delle
mani. Ciò è particolarmente importante
per gli anziani e per chi ha altri fattori di
rischio per le malattie cardiovascolari, come il
diabete, il fumo o il colesterolo alto.
Poi una volta che la polmonite si è manifestata
dovrebbe essere sviluppato un piano sanitario che
tenga presente del fatto che questi pazienti sono più a
rischio cardiovascolare, nelle settimane, nei mesi e
negli anni successivi al loro ricovero per la
polmonite. Sono misure che dovrebbero contemplare
dei controlli e delle strategie di prevenzione
primaria per i problemi cardiovascolari.
Mentre altri studi hanno messo in rapporto i
ricoveri per polmonite e le patologie
cardiovascolari, questo è il primo studio che
considera solo le persone ricoverate per polmonite,
ma senza una precedente storia di problemi
cardiovascolari, pur tenendo conto gli effetti di
eventuali fattori di rischio.
In questo modo i risultati indicano chiaramente che
i ricoveri per polmonite dovrebbero essere
considerati di per sé fattori di rischio per
successive patologie cardiovascolari.
Per questa ricerca sono stati usati i dati relativi
a 3,813 persone appartenenti a due comunità di studi
sanitari, ambedue negli Stati Uniti. Una si è
occupata di persone di 65 anni o più e l'altra di
età tra i 45 ed i 64 anni. Sono stati analizzati i
valori di 1.271 pazienti con polmonite, paragonati a
quelli di 2.542 pazienti di controllo, nell'arco di
10 anni.
Pubblicità
I risultati hanno mostrato un incremento di rischio
lungo tutto il periodo considerato, in particolare
nel primo anno. Ad esempio nel gruppo di 65 anni o
più, i pazienti-polmonite hanno evidenziato un
rischio 4 volte maggiore di sviluppare problemi
cardiovascolari nei 30 giorni successivi
all'infezione. Nel decimo anno erano un po' meno del
doppio.
Ma guardiamo i dati da un altro punto di vista: il
rischio a 10 anni di sviluppare patologie
cardiovascolari per una donna di 72 anni con 2
fattori di rischio (ipertensione e fumo) aumenta dal
31% al 90% se è stata ricoverata per polmonite.
I risultati del gruppo di età tra i 45 ed i 64 anni
hanno mostrato che il rischio è maggiore nei primi 2
anni, senza incrementi significativi negli anni
successivi.
In questo gruppo giù giovane il paziente-polmonite
correva un rischio maggiore di 2,4 volte di
sviluppare malattia cardiovascolare nei primi 90
giorni successivi all'infezione.
L'attuale studio del Dr. Corrales-Medina sta
cercando di determinare quali meccanismi biologici
siano responsabili per questo aumento del rischio,
in modo da mettere a punto delle strategie che
permettano di prevenire i problemi
cardiocircolatori.
Vedi anche
ECDC Surveillance report. Point prevalence survey of
healthcare-associated infections and antimicrobial
use in European acute care hospitals 2011-2012.
luglio 2013
http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/healthcare-associated-infections-antimicrobial-use-PPS.pdf
Per saperne di più
Jama - The Journal of the American Medical
Association
Association Between Hospitalization for Pneumonia
and Subsequent Risk of Cardiovascular Disease
Marco Dal Negro |