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I ricoveri per polmonite rappresentano un concreto pericolo di successivi problemi cardiovascolari (27/01/2015)

Le probabilità di essere soggetti ad un infarto o un attacco di cuore aumentano in modo significativo se siete stati ricoverati in ospedale per polmonite, almeno secondo uno studio pubblicato sul prestigioso giornale dell'American Medical Association Jama.

La prima conclusione che si trae da questo studio è che le persone che sono state ricoverate in strutture sanitarie per polmonite dovrebbero essere considerate soggette a maggiore rischio cardiovascolare. Così spiega il Dr. Vicente Corrales-Medina, un medico delle malattie infettive e ricercatore al The Ottawa Hospital, assistente professore alla facoltà di medicina della University of Ottawa.

E sempre secondo il ricercatore questo significa due cose: per prima cosa ci offre un'altra ragione per fare tutto ciò che è possibile per prevenire le polmoniti, sia con le vaccinazioni che con la normale pulizia delle mani. Ciò è particolarmente importante per gli anziani e per chi ha altri fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come il diabete, il fumo o il colesterolo alto.

Poi una volta che la polmonite si è manifestata dovrebbe essere sviluppato un piano sanitario che tenga presente del fatto che questi pazienti sono più a rischio cardiovascolare, nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi al loro ricovero per la polmonite. Sono misure che dovrebbero contemplare dei controlli e delle strategie di prevenzione primaria per i problemi cardiovascolari.

Mentre altri studi hanno messo in rapporto i ricoveri per polmonite e le patologie cardiovascolari, questo è il primo studio che considera solo le persone ricoverate per polmonite, ma senza una precedente storia di problemi cardiovascolari, pur tenendo conto gli effetti di eventuali fattori di rischio.
In questo modo i risultati indicano chiaramente che i ricoveri per polmonite dovrebbero essere considerati di per sé fattori di rischio per successive patologie cardiovascolari.

Per questa ricerca sono stati usati i dati relativi a 3,813 persone appartenenti a due comunità di studi sanitari, ambedue negli Stati Uniti. Una si è occupata di persone di 65 anni o più e l'altra di età tra i 45 ed i 64 anni. Sono stati analizzati i valori di 1.271 pazienti con polmonite, paragonati a quelli di 2.542 pazienti di controllo, nell'arco di 10 anni.

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I risultati hanno mostrato un incremento di rischio lungo tutto il periodo considerato, in particolare nel primo anno. Ad esempio nel gruppo di 65 anni o più, i pazienti-polmonite hanno evidenziato un rischio 4 volte maggiore di sviluppare problemi cardiovascolari nei 30 giorni successivi all'infezione. Nel decimo anno erano un po' meno del doppio.

Ma guardiamo i dati da un altro punto di vista: il rischio a 10 anni di sviluppare patologie cardiovascolari per una donna di 72 anni con 2 fattori di rischio (ipertensione e fumo) aumenta dal 31% al 90% se è stata ricoverata per polmonite.

I risultati del gruppo di età tra i 45 ed i 64 anni hanno mostrato che il rischio è maggiore nei primi 2 anni, senza incrementi significativi negli anni successivi.
In questo gruppo giù giovane il paziente-polmonite correva un rischio maggiore di 2,4 volte di sviluppare malattia cardiovascolare nei primi 90 giorni successivi all'infezione.

L'attuale studio del Dr. Corrales-Medina sta cercando di determinare quali meccanismi biologici siano responsabili per questo aumento del rischio, in modo da mettere a punto delle strategie che permettano di prevenire i problemi cardiocircolatori.

Vedi anche
ECDC Surveillance report. Point prevalence survey of healthcare-associated infections and antimicrobial use in European acute care hospitals 2011-2012. luglio 2013
http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/healthcare-associated-infections-antimicrobial-use-PPS.pdf

Per saperne di più
Jama - The Journal of the American Medical Association
Association Between Hospitalization for Pneumonia and Subsequent Risk of Cardiovascular Disease

Marco Dal Negro

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