L'utilizzo dello smartphone porta ad avere una
maggiore rappresentazione sensoriale del pollice nel
cervello. L'attività cerebrale è proporzionale alla
quantità di utilizzo accumulata nei 10 giorni
precedenti.
Un episodio di utilizzo intenso viene impresso in
modo transitorio nella rappresentazione sensoriale e
l'elaborazione sensoriale nel cervello viene
adattata all'utilizzo del touchscreen
dell'apparecchio.
L'attività corticale relativa ai recettori tattili
dei polpastrelli si adatta all'abilità nell'uso
della mano. Ad esempio, nei violinisti, l'attività
somatosensoriale corticale in risposta al tocco del
polpastrello del mignolo è maggiore rispetto a
quella nei soggetti del gruppo di controllo.
Questa plasticità della rappresentazione sensoriale
del polpastrello non è limitata a particolari
abilità, ma si trova anche nelle scimmie addestrate
ad afferrare e rilasciare ripetutamente una
maniglia.
Anche l'uso del touchscreen comporta una
ripetitività di movimenti delle dita e non è chiaro
se e come la corteccia cerebrale ci si conformi.
Utilizzando l'elettroencefalogramma i ricercatori
hanno misurato il potenziale corticale in risposta
al tocco meccanico del polpastrello del pollice,
dell'indice e del dito medio, in utilizzatori di
touchscreen e, come gruppo di controllo, in
utilizzatori di telefonini di vecchia generazione,
non touchscreen.
Le differenze tra i due gruppi sono state evidenti
per tutte e tre le dita, anche se era il pollice ad
operare in modo predominante. Il potenziale
corticale è poi risultato direttamente proporzionale
con l'uso.
In particolare va osservato che il potenziale
corticale associato all'uso registra le variazioni
quotidiane nell'utilizzo della punta del pollice.
I ricercatori ipotizzano, quindi, che i movimenti
ripetitivi sullo schermo ridisegnino i processi
sensoriali provenienti dalla mano, in particolare
dal pollice, in un processo continuo per ciascuno di
noi.
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Per saperne di più
Use-Dependent Cortical Processing from Fingertips in
Touchscreen Phone Users
Marco Dal Negro |