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Dalla pelle delle rane potrebbero arrivare nuovi antibiotici (26/02/2015)

Un peptide presente sulla pelle delle rane potrebbe permettere di sviluppare una nuova classe di antibiotici. In un periodo di superbatteri sempre più resistenti agli antibiotici sarebbe importante riuscire a trovare nuovi farmaci.

La pelle delle rane è un tessuto di tipo analogo a quello del cavo orale e del resto del tratto intestinale, potenzialmente molto vulnerabile ma anche nelle rane ben protetto naturalmente. La loro pelle secerne peptidi con attività antimicrobica ed i ricercatori hanno voluto verificare la possibilità di estrarne delle possibili basi per nuovi antibiotici, e forse ci sono riusciti.

Ma questi peptidi sono spesso molto instabili e ciò rende difficile immaginare di ottenerne dei farmaci industriali.

Le sequenze di peptidi su cui hanno lavorato gli studiosi sono state prese dalla Rana sevosa ed assomigliano molto a dei peptidi ciclici presenti nei semi di girasole, che erano già stati studiati. La stabilità e l'interesse  dimostrato dall'industria farmaceutica hanno sostenuto la nuova ricerca.

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In sintesi, i peptidi della rana hanno mostrato di possedere un maggiore potere terapeutico, ad esempio nei confronti dello stafilococco Aureo, ma sono molto instabili e quindi praticamente inutilizzabili, mentre le molecole cicliche reingenierizzate sono più stabili ma meno efficaci.
Si tratta peptidi di dimensioni molto piccole e ciò dovrebbe renderli più facili da sintetizzare e con minori problemi di reazioni immunitarie, ma la presenza dei nuovi antibiotici sugli scaffali non sembra essere ancora dietro l'angolo.

Per saperne di più
American Society For Microbiology

Marco Dal Negro

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