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Neuroscienziati scoprono dove nascono e vivono i fantasmi (10/02/2015)

I fantasmi esistono solo nella testa delle persone ed i neuroscienziati ritengono di sapere esattamente dove cercarli. Chi soffre di malattie neurologiche o psichiatriche spesso afferma di sentire delle strane presenze, ed i ricercatori dell'École polytechnique fédérale de Lausanne EPFL hanno ricreato in laboratorio delle sensazioni analoghe.

Il 29 giugno 1970 l'alpinista Reinhold Messner, durante la discesa dalla cima del Nanga Parbat con il fratello, congelato ed in carenza di ossigeno, ha vissuto un'esperienza di questo tipo. Messner ha raccontato di avere avuto la percezione della presenza di una terza persona, invisibile, che li accompagnava. Molti altri scalatori ed esploratori hanno riportato di avere avuto esperienze di questo tipo, così come anche molti pazienti con patologie neurologiche o psichiatriche.

Ora Olaf Blanke ed i suoi collaboratori dell'École polytechnique fédérale de Lausanne EPFL hanno spiegato cosa succede in questi casi e ricreando illusioni simili in laboratorio ne hanno fornito una spiegazione semplice.
La sensazione di sentire una presenza è il risultato di un'alterazione di segnali sensorimotori coinvolti nella creazione della coscienza di noi stessi, che integrano informazioni provenienti dai nostri movimenti con la posizione del corpo nello spazio.

Nel loro esperimento i ricercatori hanno interferito con l'imput sensorimotorio dei partecipanti in modo che i loro cervelli non identificassero più questi segnali come relativi al proprio corpo ma interpretandoli come quelli di qualcun altro. I risultati di questo lavoro sono pubblicati su Current Biology.

Per prima cosa i ricercatori hanno analizzato i cervelli di 12 pazienti con problemi neurologici, per lo più epilessia, che avevano avuto esperienze di questo tipo di presenze.
L'analisi dei cervelli eseguita con la risonanza magnetica ha mostrato interferenze con 3 regioni corticali: la corteccia insulare, la parietale-frontale e la temporo-parietale.
Queste aree sono coinvolte nella coscienza di noi stessi e la sensazione della nostra posizione nello spazio, la propriocezione. Insieme contribuiscono all'elaborazione dei segnali multisensoriali, che sono importanti per la percezione del proprio corpo.

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Gli scienziati hanno fatto un esperimento di dissonanza.
I partecipanti, bendati, hanno fatto dei movimenti con le mani davanti al proprio corpo. Dietro di loro un robottino riproduceva i loro movimenti toccandoli in tempo reale.
Il risultato è stato una specie di discrepanza spaziale, ma dato che i movimenti erano sincronizzati, il cervello dei partecipanti è stato in grado di adattarsi e di operare le correzioni.

Quindi gli scienziati hanno introdotto un ritardo temporale tra le azioni dei partecipanti ed i movimenti del robot. In queste condizioni asincrone che distorcevano sia le percezioni spaziali che quelle temporali i ricercatori sono stati in grado di riprodurre l'illusione del fantasma.

Giulio Rognini che ha condotto lo studio, riferisce che i partecipanti non conoscevano lo scopo dell'esperimento. Dopo 3 minuti di contatti dilazionati i ricercatori hanno domandato cosa sentivano. Istintivamente diversi soggetti hanno dichiarato di avere avuto una forte sensazione di presenze e per alcuni la sensazione era così forte da chiedere di interrompere l'esperimento.

Secondo i ricercatori l'esperimento ha riprodotto le sensazioni chiamate presenze, vissute da persone con problemi neurologici, ma anche da persone sane quando poste in situazioni estreme, confermando che la causa risiede in una percezione alterata nel cervello del proprio corpo.

Oltre a voler spiegare l'esperienza di queste presenze gli scienziati hanno cercato di comprendere meglio il fenomeno delle allucinazioni, legate ancora a presenze, vissute dai pazienti affetti da schizofrenia, che ne sentono anche le voci. Molti studiosi attribuiscono queste percezioni a malfunzionamenti dei circuiti cerebrali che integrano le informazioni sensoriali con i movimenti del corpo.

Secondo Giulio Rognini il cervello possiede diverse rappresentazioni del nostro corpo nello spazio ed in condizioni normali è in grado di tenerle insieme in una percezione unica, mentre in presenza di malfunzionamenti potrebbe percepire le altre rappresentazioni come qualcosa di diverso da sé, quindi un'altra entità, una presenza.

E' un campo molto complesso quello del funzionamento del cervello, la sua conoscenza ha ancora molta strada da percorrere e questo studio ha portato nuovi elementi su cui lavorare.

Per saperne di più
Cell - Current biology
Neurological and Robot-Controlled Induction of an Apparition
Olaf Blanke, Polona Pozeg, Masayuki Hara, Lukas Heydrich, Andrea Serino, Akio Yamamoto, Toshiro Higuchi, Roy Salomon,
Margitta Seeck, Theodor Landis, Shahar Arzy, Bruno Herbelin, Hannes Bleuler, Giulio Rognini.

École polytechnique fédérale de Lausanne EPFL

Marco Dal Negro

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