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Cureremo le infezioni virali con la proteina RIG-I, già presente in tutte le cellule del corpo? (22/12/2015)

Allo UW Medicine's South Lake Union campus hanno trovato che la proteina RIG-I, presente in tutte le cellule del corpo, può attivare l'innata risposta immunitaria ed induce i geni a tenere sotto controllo l'infezione in una gamma di virus a RNA tra i quali il virus del Nilo occidentale (West Nile virus), della dengue, dell'epatite C, dell'influenza A, il virus respiratorio sinciziale, il virus Nipah, la febbre emorragica virale di Lassa ed il virus dell'Ebola.


A scientist's illustration of immunology research at UW Medicine's South Lake Union campus.

I ricercatori hanno quindi cercato di comprendere le possibili potenzialità terapeutiche e le conseguenti applicazioni.
Michael Gale Jr., docente di immunologia e direttore dello UW Center for Innate Immunity and Immune Disease alla University of Washington spiega che l'effetto antivirale della proteina RIG-I è stato scoperto nel corso di una ricerca effettuata in collaborazione con Kineta Inc. e la University of Texas di Galveston.
Secondo Michael Gale Jr. per la prima volta si dimostra che l'immunità innata può essere stimolata terapeuticamente grazie ad una molecola presente in tutte le nostre cellule.

La RIG-I è una proteina cellulare nota come recettore di riconoscimento patogeno che rileva RNA virale. Questi recettori rilevano RNA virale e segnalano una risposta immunitaria innata all'interno della cellula che è essenziale per limitare e controllare le infezioni virali. Il segnale induce l'espressione di molti geni sia del sistema immunitario innato che antivirali nonché la produzione di materiale antivirale, di citochine infiammatorie, di chemochine ed interferoni.

I ricercatori riportano che i prodotti che ne derivano agiscono di concerto per sopprimere e tenere sotto controllo l'infezione virale.

 

Michael Gale Jr. spiega che questo tipo di attivazione della risposta immunitaria innata alle infezioni virali è stata verificata con successo sia nelle cellule che nei topi. Il prossimo passo riguarderà il dosaggio e la stabilità, prima in modelli animali e poi sugli esseri umani.
I tempi per fare tutto ciò potrebbero essere di 2-5-anni.

E' una scoperta che può avere conseguenze importanti sia perché utilizza la risposta immunitaria innata delle cellule e poi perché lo fa contro le infezioni virali contro le quali le armi attualmente disponibili sono piuttosto limitate.

Per saperne di più
Journal of Virology
Targeting innate immunity for antiviral therapy through small molecule agonists of the RLR pathway
J. Virol. doi:10.1128/JVI.02202-15
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UW Center for Innate Immunity and Immune Disease
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Marco Dal Negro