Gli ammalati di cancro alla prostata sottoposti a
deprivazione androgenica vanno incontro a diversi
problemi cui ora se ne potrebbe aggiungere un altro
appena scoperto: il declino cognitivo.
Ricercatori della Stanford University School of
Medicine e della University of Pennsylvania Perelman
School of Medicine hanno studiato i dati elettronici
di 5.500.000 pazienti di 2 ospedali: lo Stanford
Health Care, in Palo Alto ed il Mount Sinai
Hospital, di New York City.
Hanno identificato
16.888 pazienti con cancro prostatico non in
metastasi, dei quali 2.397 erano stati sottoposti a
terapie di deprivazione androgenica: di questi
ultimi le diagnosi
di Morbo di Alzheimer nel periodo di 2,7 anni
durante il quale sono stati seguiti sono risultate
maggiori di 1,88 volte rispetto ai pazienti non
sottoposti a deprivazione androgenica.
Per il sottogruppo di quelli trattati per più di 12
mesi il rischio è risultato maggiore di 2,12 volte.
Lo studio è nato da
alcune referenze relative a pazienti che dopo le
terapie di deprivazione androgenica legate al cancro
alla prostata, vivevano un declino cognitivo. Vi era
qualche indizio nella letteratura scientifica ma
nessun approfondimento specifico.
Sebbene le terapie di
deprivazione androgenica possano aumentare il
rischio di pronblemi di coordinazione occhi-mani per ragioni
diverse dall'Alzheimer, il gruppo di ricercatori ha
deciso di effettuare la ricerca riferendosi proprio
a questa patologia per avere risultati più
attendibili: nelle cartelle cliniche l'Alzheimer è
identificato più facilmente e chiaramente rispetto
alle diverse altre patologie relative a stati di
demenza. circoscrivendo l'analisi e l'attenzione
all'Alzheimer si potevano avere risultati più
precisi.
I valori trovati sono
quelli ottenuti dopo gli aggiustamenti statistici ed
i necessari test per verificare false correlazioni.
Gli studiosi hanno anche
cercato e trovato possibili associazioni positive come l'età e
le patologie cardiovascolari, ambedue situazioni
associate con l'Alzheimer.
Kevin Nead, MD, è alla
University of Pennsylvania pur avendo preso la laurea
alla Stanford, ed è il principale autore, mentre Nigam Shah, MBBS, PhD, professore associato di
ricerca biomedica informatica alla Stanford è
l'autore anziano. Lo studio è stato pubblicato il 7
dicembre 2015 sul Journal of Clinical Oncology.
Nigam Shah invita perciò
i pazienti preoccupati per questi dati a valutarli
con i propri medici in funzione di ogni singolo
caso, in modo da scegliere le strade da seguire con
la maggiore consapevolezza possibile.
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Journal of Clinical Oncology
Androgen Deprivation Therapy and Future Alzheimer’s
Disease Risk
Kevin T. Nead, Greg Gaskin, Cariad Chester, Samuel
Swisher-McClure, Nicholas J. Leeper and Nigam H.
Shah
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Marco Dal Negro |