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Terapia ormonale per il tumore della prostata e maggiore rischio di Alzheimer (15/12/2015)

Gli ammalati di cancro alla prostata sottoposti a deprivazione androgenica vanno incontro a diversi problemi cui ora se ne potrebbe aggiungere un altro appena scoperto: il declino cognitivo.
Ricercatori della Stanford University School of Medicine e della University of Pennsylvania Perelman School of Medicine hanno studiato i dati elettronici di 5.500.000 pazienti di 2 ospedali: lo Stanford Health Care, in Palo Alto ed il Mount Sinai Hospital, di New York City.

Hanno identificato 16.888 pazienti con cancro prostatico non in metastasi, dei quali 2.397 erano stati sottoposti a terapie di deprivazione androgenica: di questi ultimi le diagnosi di Morbo di Alzheimer nel periodo di 2,7 anni durante il quale sono stati seguiti sono risultate maggiori di 1,88 volte rispetto ai pazienti non sottoposti a deprivazione androgenica.
Per il sottogruppo di quelli trattati per più di 12 mesi il rischio è risultato maggiore di 2,12 volte.

Lo studio è nato da alcune referenze relative a pazienti che dopo le terapie di deprivazione androgenica legate al cancro alla prostata, vivevano un declino cognitivo. Vi era qualche indizio nella letteratura scientifica ma nessun approfondimento specifico.

Sebbene le terapie di deprivazione androgenica possano aumentare il rischio di pronblemi di coordinazione occhi-mani per ragioni diverse dall'Alzheimer, il gruppo di ricercatori ha deciso di effettuare la ricerca riferendosi proprio a questa patologia per avere risultati più attendibili: nelle cartelle cliniche l'Alzheimer è identificato più facilmente e chiaramente rispetto alle diverse altre patologie relative a stati di demenza. circoscrivendo l'analisi e l'attenzione all'Alzheimer si potevano avere risultati più precisi.

 

I valori trovati sono quelli ottenuti dopo gli aggiustamenti statistici ed i necessari test per verificare false correlazioni. Gli studiosi hanno anche cercato e trovato possibili associazioni positive come l'età e le patologie cardiovascolari, ambedue situazioni associate con l'Alzheimer.

Kevin Nead, MD, è alla University of Pennsylvania pur avendo preso la laurea alla Stanford, ed è il principale autore, mentre Nigam Shah, MBBS, PhD, professore associato di ricerca biomedica informatica alla Stanford è l'autore anziano. Lo studio è stato pubblicato il 7 dicembre 2015 sul Journal of Clinical Oncology.

Nigam Shah invita perciò i pazienti preoccupati per questi dati a valutarli con i propri medici in funzione di ogni singolo caso, in modo da scegliere le strade da seguire con la maggiore consapevolezza possibile.

Per saperne di più sulla prostata...

Per saperne di più
Journal of Clinical Oncology
Androgen Deprivation Therapy and Future Alzheimer’s Disease Risk
Kevin T. Nead, Greg Gaskin, Cariad Chester, Samuel Swisher-McClure, Nicholas J. Leeper and Nigam H. Shah
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Marco Dal Negro