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Usi ed abusi nel messaggiare (30/04/2015)

Alla Penn State Harrisburg University hanno studiato quando e quanto messaggiano gli studenti di quell'ateneo: età media poco sotto i 20 anni, 60% ragazze, un questionario di 70 domande, in alcune delle quali veniva anche chiesto di dare informazioni su eventuali usi inappropriati dei messaggi, in particolare riguardo 33 situazioni.

Ne è risultato che oltre 1/3 dei partecipanti ha dichiarato di mandare più di 100 messaggi al giorno, controllandoli 16 volte ogni ora.

Studi analoghi sono stati realizzati in molte università con risultati diversi, anche se non nella sostanza:

L'88% ha messaggiato al ristorante con qualcuno.
L'80% lo ha fatto in bagno.
Tra il 75% ed il 95% al lavoro o durante una lezione.
Il 70% al cinema.
Il 34% sotto la doccia.
Il 22% ad una funzione religiosa.
Il 7,4% mentre faceva sesso.

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Da un'altra ricerca si vede che le comunicazioni con famiglia, amici e partner avvengono:

Maschi: il 68% comunica con le famiglie per telefono, l'83% con gli amici messaggia, così come lo fa il 58% con i partner.

Femmine: il 38% alle famiglie messaggia ed il 33% telefona, l'88% con gli amici messaggia ed il 77% lo fa con i partner.

Alla domanda sugli eventuali danni dall'uso dei social media le risposte sono state:

per il 66% dei maschi risposta positiva, danneggia le amicizie e 66% negativa per i rapporti di coppia.

Per le femmine: 38% di si per le amicizie e 55% per i rapporti di coppia.

Nella ricerca della Penn University si preoccupano di verificare l'utilizzo dei messaggi nelle situazioni non appropriate, anche se mi sembra che si tratti di inappropriatezza formale: in queste situazioni la regola dice che... Poi si prende atto che per alcuni la regola è cambiata e tutto diventa OK.
Si perchè sembra che la cosa più importante, la priorità, nella cultura US, sia essere o non essere nella norma, quale che sia. Moltissime ricerche scientifiche, infatti, mirano a comprendere cosa è giusto e cosa no, cosa è normale e cosa no, con un bisogno ossessivo di definire le regole a cui adeguarsi per poter dire di aver fatto la cosa giusta, di essere normali.

Credo che il problema dei messaggini sia invece più sostanziale che formale, più legato al disinteresse ed alla quasi totale mancanza di rispetto degli altri, salvo andare fuori di testa quando si diventa "gli altri".
Se queste persone crescendo si rafforzeranno almeno un po' ed inizieranno ad imporre il rispetto agli altri, non permettendo, ad esempio, che al ristorante la persona che ci sta davanti passi il tempo allo smartphone (e non facendolo per primi), forse ritroveranno piano piano il piacere dei rapporti diretti, di persona.

In caso contrario avranno tutte le ragioni del mondo per rifiutarsi e rifiutare di avere rapporti diretti con persone così infime, noiose poco interessanti, proprio come loro.

Nell'insieme emerge una enorme fragilità che spesso sfocia nella dipendenza da comunicazioni digitali, o meglio dalle conferme che queste comunicazioni forniscono. Il bisogno di ricevere conferme del proprio valore, dagli altri, in questo modo tende a diventare ossessivo impedendo anche di confrontarsi con le diverse realtà circostanti, con la conseguente perdita di numerose altre possibilità di ricevere le conferme di cui si ha bisogno.
E come spesso accade con le tossicodipendenze anche in questo caso c'è la tendenza ad immaginare che il mondo sia sempre più circoscritto, sia sempre più solo quello contenuto negli apparecchietti tenuti in mano.
Un bel video che gira in rete invita connettersi con chi ti sta davanti prima di farlo con chi sta dentro lo smartphone.

Questa fragilità patologica potrà poi rendere problematici i rapporti di lavoro, cosa che avverrà continuando a mancare di rispetto agli interlocutori. Se a scuola è permesso nel lavoro e nella vita vera non lo è proprio. Ma tutto si può imparare e tutto ha un prezzo, non sempre solo in denaro.

Per saperne di più
Texting too tempting for college students even when inappropriate

TEXT MESSAGING ETIQUETTE: AN EXPLORATION OF SOCIAL BREACHES

Effects of Social Media and New Technology on College Student’s Relationships
Chelsea Alcock - William Paterson University

Marco Dal Negro

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