E' stato realizzato un nuovo mezzo diagnostico che
in molti casi può permettere di anticipare la
diagnosi di cancro esofageo e di intervenire prima
che sia tardi.
Negli ultimi 50 anni i cancri all'esofago sono
diventati molto più frequenti e normalmente vengono
diagnosticati in stadio avanzato quando la prognosi
è ormai infausta. Circa l'80% dei pazienti muore nei
primi 5 anni dalla diagnosi.
L'esofago di Barrett è
uno stato nel quale la normale parete dell'esofago
(l'epitelio squamoso) viene sostituito da cellule
che sembrano quelle dell'intestino (epitelio
colonnare).
L'esofago di Barrett di
solito non presenta sintomi, ma è più frequente
nelle persone che soffrono di reflusso gastrico ed a
volte viene diagnosticato durante le indagini per il
bruciore di stomaco. Nella maggior parte dei casi
l'esofago di Barrett non viene diagnosticato.
Ma le persone che
soffrono di esofago di Barrett sono più a rischio di
adenocarcinoma esofageo, il cancro esofageo più
frequente che si forma dalle ghiandole che producono
il muco: molti ritengono che l'adenocarcinoma
esofageo sia preceduto dall'esofago di Barrett.
Identificando
precocemente le persone con esofago di Barrett
diventerebbe possibile tenerle sotto controllo in
modo da diagnosticare prima l'eventuale cancro
quando si può ancora curare.
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Questa è stata l'dea
alla base dello studio BEST-2 diretto dalla Cancer
Prevention Trials Unit in collaborazione con la
professoressa Rebecca Fitzgerald ed i suoi colleghi
di Cambridge.
Il gruppo di studiosi ha messo a punto un mezzo
diagnostico chiamato Cytosponge®, che abbinato al
biomarcatore TFF3 può essere usato per diagnosticare
l'esofago di Barrett senza bisogno di praticare
l'endoscopia.
Si tratta di una
spugnetta compressa all'interno di una capsula di
gelatina, simile a quelle degli antibiotici, con
attaccato un filo.
Sotto la supervisione di personale infermieristico
il paziente ingoia la capsula mentre il filo viene
trattenuto dall'altro capo.
Una volta nello stomaco
la gelatina si scioglie e la spugnetta si espande.
Dopo qualche minuto l'infermiere/a tira il filo e
rimuove la spugna, che passando dall'esofago
raccoglie cellule che verranno analizzate.
Lo studio BEST-2 è stato
progettato per verificare quanto funziona questo
sistema.
Ne è risultato che su 647 pazienti con esofago di
Barrett programmati per l'endoscopia e 463 con
reflusso acido, ma senza esofago di Barrett, il
sistema è stato ben tollerato, anche se il 6%
(specialmente quelli con esofago di Barrett) non è
riuscito ad ingoiare la capsula.
Complessivamente l'80% dei campioni Cytosponge® di
pazienti con esofago di Barrett è risultato positivo
per TFF3, paragonato con il 7,6% di quelli senza
esofago di Barrett, da cui si deduce che il test
riesce a distinguere abbastanza bene tra esofago di
Barrett e tessuto normale.
La sensibilità (capacità
di identificare correttamente i pazienti malati) nei
pazienti con esofago di Barrett più diffuso è
risultata superiore all'80%. Sensibilità e
specificità (capacità di identificare correttamente
i pazienti sani) sono risultati indipendenti da età,
sesso e indice di massa corporea.
Per saperne di più
Barts Cancer Institute
New test could prevent oesophageal cancer
Cancer Research UK
The stem cell organisation, and the proliferative
and gene expression profile of Barrett's epithelium,
replicates pyloric-type gastric glands
Danielle L Lavery, Anna M Nicholson, Richard Poulsom,
Rosemary Jeffery, Alia Hussain, Laura J Gay, Janusz
A Jankowski, Sebastian S Zeki, Hugh Barr, Rebecca
Harrison, James Going, Sritharan Kadirkamanathan,
Peter Davis, Timothy Underwood, Marco R Novelli,
Manuel Rodriguez-Justo, Neil Shepherd, Marnix
Jansen, Nicholas A Wright, Stuart A C McDonald. Gut
(2014) 63.
PMID: 24550372.
Pubmed
Barrett's oesophagus
Marco Dal Negro |