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Risonanza magnetica: in certi casi i tempi saranno ridotti del 75% (03/08/2015)

La risonanza magnetica è un esame che richiede molto tempo, durante il quel bisogna restare immobili ed a volte trattenere il respiro.
Gli scienziati del Medical Research Council hanno trovato come ridurre di più del 75% questo tempo.


La risonanza magnetica può rilevare e misurare il grasso nel fegato dei diabetici di tipo 2. Una sezione di questo mostra gli eccessi di grasso accumulato (32% verde) ed in nero un contenuto trascurabile di grasso. Image courtesy: K. Hollingsworth.

Lo spunto è venuto dalla compressione delle immagini in formato JPEG: un algoritmo esamina il file completo dell'immagine ed elimina la maggior parte delle informazioni contenute riuscendo a mantenere una buona qualità della stessa. Questo processo si chiama compressione e permette di archiviare o spedire immagini utilizzando meno risorse rispetto all'originale. La compressione può essere più o meno spinta dando immagini meno o più definite.

Ora i ricercatori hanno trovato il modo di comprimere i file delle immagini create dalla risonanza magnetica durante il processo stesso di creazione, riuscendo così, ad esempio, a ridurre a 4 secondi il tempo di 18 secondi nel quale era necessario trattenere il respiro.

La risonanza magnetica viene utilizzata per vedere all'interno del corpo organi e tessuti molli, in modo estremamente dettagliato, se si resta immobili, con caratteristiche di applicazione diverse rispetto alla TAC.

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I primi esperimenti sono stati effettuati per creare immagini del fegato: normalmente riducendo la definizione delle immagini queste risultavano troppo sfocate per poter fornire le informazioni richieste. La compressione dei file potrebbe risolvere molti problemi, specialmente quando dalla qualità delle immagini dipendono decisioni irreversibili come quelle di intervenire chirurgicamente.

Il Dr. Kieren Hollingsworth, autore anziano che lavora alla University of Newcastle sottolinea l'importanze della scoperta nei trial clinici e nelle decisioni sugli interventi, ricordando che ora è necessario verificare e mettere a punto il processo anche per altri organi ed altre patologie.
Il Dr. Joe McNamara, Head of Population & Systems Medicine al Medical Research Council (MRC) sottolinea che in questo modo sarà possibile estendere l'uso della risonanza magnetica migliorando le possibilità e la qualità delle diagnosi.

Per saperne di più
Lo studio è pubblicato sul giornale Radiology
Accelerating MR Imaging Liver Steatosis Measurement Using Combined Compressed Sensing and Parallel Imaging: A Quantitative Evaluation. link...

Marco Dal Negro

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