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Disruttori endocrini: quando gli oggetti comuni danneggiano il nascituro (11/09/2014)

L'esposizione in gravidanza ad alcune diffusissime sostanze chimiche crea facilmente problemi allo sviluppo dei figli maschi. Non è il primo studio sull'effetto dei cosiddetti disruttori endocrini, quelle sostanze, cioè, che alterano l'equilibrio ormonale con conseguenze che vanno dai problemi del metabolismo a quelli dello sviluppo, della vita e della riproduzione sessuale.

 

Gli ormoni sono fondamentali sia nello sviluppo degli esseri umani che nella loro vita: creare scompensi e squilibri al sistema ormonale significa creare problemi allo sviluppo ed alla vita delle persone.

Questo è probabilmente il motivo che ha spinto i ricercatori del francese INSERM, dei Centres Hospitalo-Universitaires de Nancy et Poitiers e dei Centers for Disease Control and Prevention CDC, Atlanta, USA. Coordinati dall'equipe epidemiologico ambientale dell'INSERM e dell’Université de Grenoble (Unité 823), il gruppo di ricercatori ha appena pubblicato uno studio epidemiologico che indica che l'esposizione in gravidanza a certi fenoli è legato a squilibri nella crescita fetale ed almeno nel primo di vita dei figli maschi. Altri studi dovranno approfondire cosa avviene negli anni successivi.

Le donne in gravidanza sono generalmente esposte a molte sostanze chimiche ampiamente presenti nell'ambiente che ci circonda. E' il caso dei parabeni (usati come conservanti nei cosmetici e nei prodotti per l'igiene e la salute), il triclosan (un antibatterico e pesticida presente in alcuni dentifrici e saponi), il benzofenone-3 (usato nei prodotti per la protezione solare come filtro anti UV) i diclorofenoli (i cui precursori sono usati per produrre i deodoranti per gli ambienti) ed il bisfenolo A di cui molto si è scritto su queste pagine (usato per produrre le plastiche a base di policarbonato come quelle delle bottiglie di plastica, le custodie dei CD, ecc. e resine epossidiche che ricoprono l'interno delle lattine usate per bevande e cibi e che sono contenute negli amalgami dentali.
Sono tutti prodotti che fanno parte della famiglia dei fenoli e che sono disruttori endocrini, interferenti endocrini.

Lo studio, realizzato dell'INSERM e finanziato dall’Anses (Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail), ha preso in esame 520 bambini maschi della coorte EDEN madre-bambino.

Le donne in gravidanza che hanno preso parte allo studio, sono state reclutate presso gli ospedali universitari di Nancy e Poitiers tra il 2003 e il 2006. La crescita del bambino è stata valutata con un’ecografia al terzo trimestre di gravidanza ed con la misurazione di peso e altezza, dalla nascita all’età di tre anni.
Su un campione di urine, prelevato in gravidanza, ha permesso il dosaggio dei biomarcatori di esposizione ai fenoli ed è stato realizzato nei i laboratori di salute ambientale del programma di biosorveglianza dei CDC di Atlanta negli Usa.

I risultati ottenuti da Rémy Slama, Claire Philippat e dai loro colleghi dimostrano che più del 95% delle donne è risultato esposto in gravidanza a queste sostanze e che l’esposizione della madre ad alcuni fenoli può perturbare la normale crescita dei maschi.

In particolare i più pericolosi a questo riguardo sono risultate il triclosan e parabeni. Il primo si correla in modo negativo alla crescita fetale, valutata con l’ecografia al terzo trimestre di gravidanza. L’esposizione ai parabeni invece è risultata associata ad un aumentato peso alla nascita e all’età di tre anni. E' noto che una crescita accelerata nei primi tre anni di vita si associa ad un aumentato rischio di obesità in età adulta.

Per le altre sostanze esaminate nello studio non è stata evidenziata una chiara correlazione con i disturbi della crescita.

Si tratta del primo studio ad aver preso in esame sia il periodo della crescita fetale, che quello a tre anni e un numero così ampio di sostanze della famiglia dei fenoli.
I ricercatori francesi in programma un altro studio che valuterà l’effetto dell’esposizione a tossici ambientali sul bambino, dalla gravidanza al primo anno di età; in questo secondo studio verranno ottenuti diversi campioni urinari, dalla madre e dal neonato per valutare in modo più accurato l’esposizione a queste sostanze e per individuare i periodi potenzialmente più a rischio per la crescita del bambino nella prima infanzia. In questa seconda analisi verranno incluse anche le bambine.

Per la cronaca l'uso del bisfenolo A nei contenitori destinati ad alimenti per l'infanzia è stato bandito nel 2013 e l'applicazione totale del divieto sarà applicata solo dal 1 gennaio 2015.

Per saperne di più sul Bisfenolo A...

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Epidemiology
Prenatal Exposure to Phenols and Growth in Boys

Institut national de la santé et de la recherche médicale

Marco Dal Negro

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