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Quanti chilometri devo fare per consumare questa bibita? (14/11/2014)

Leggere quanto ci vuole per consumare la bibita che si sta per comprare aiuta a valutare e ad acquistare prodotti più sani.

Un studio realizzato dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health ha dimostrato che indicando in modo concreto la quantità di fatica necessaria per smaltire una bevanda zuccherata, gli adolescenti uscivano dal negozio avendo acquistato un minor numero di calorie e la consapevolezza durava nel tempo..

 

Il rapporto, pubblicato sul American Journal of Public Health, ha mostrato che la semplice indicazione delle calorie non ha aiutato gli americani a ridurre il proprio apporto energetico quotidiano.
Ed era prevedibile, perché avvertire che la bibita che si sta per bere contiene 250 calorie fornisce una informazione troppo mediata, che presuppone conoscenze, consapevolezze e volontà di conservarsi sani, a livelli tali da decidere di fare i conti delle calorie tutte le volte che si beve o mangia qualche cosa.

Spiegare invece che per smaltire quella bevanda dovrai comunque fare una camminata ben definita o una corsa altrettanto ben definita, permette di rendersi immediatamente conto della fatica che sarà necessaria per mantenersi in forma, cosa che rappresenta evidentemente un valore anche nell'immediato.

Per 6 settimane tra l'agosto 2012 ed il giugno 2013, Sara N. Bleich, che ha condotto l'esperimento, ed i suoi colleghi, hanno hanno installato in 6 punti vendita della periferia di Baltimora, posti in zone abitate da persone di colore a basso reddito, delle indicazioni riguardanti il numero di calorie contenute in una bibita, una sport drink o un succo di frutta.

Ogni bottiglia conteneva 250 calorie, 16 cucchiaini da tè di zucchero e avrebbe richiesto 50 minuti di corsa o una passeggiata di 8 chilometri per consumarne gli effetti sull'organismo.

I ricercatori hanno osservato 3.098 acquisti di adolescenti di colore, di età tra i 12 ed i 18 anni, ed hanno intervistato il 25% di essi, dopo che erano usciti dal punto vendita, per capire se avevano recepito le indicazioni lasciate.
Del 35% che ha affermato di avere visto le indicazioni il 59% ha confermato di averle prese per buone ed il 40% di avere, come conseguenza, modificato i propri comportamenti.

Si è anche visto che dopo avere messo in vista le informazioni è cambiata la combinazione di acquisti nei punti vendita.
Prima, il 98% degli acquisti era costituito da bibite zuccherate mentre dopo la percentuale era scesa all'89%, indifferentemente dal tipo di avvisi letti dagli adolescenti.
L'avvertimento più efficace sembra essere stato quello riguardante gli 8 chilometri da percorrere per far fuori la bibita.

Oltre a diminuire il numero delle bibite zuccherate comprate è diminuita anche la dimensione delle confezioni che sono passate da quella da 1 litro a quella da 47 cl (centilitri). Gli acquisti di acqua sono passati dall'1% al 4%.

In questo modo si conferma che i consumi sbagliati sono frutto anche dell'ignoranza, per contrastare la quale è necessario parlare la lingua di chi ascolta e non pretendere che questi comprendano la nostra, altrimenti si dimostra solo che i ragazzi sono ignoranti e che chi vorrebbe istruirli non è abbastanza intelligente per farlo.

Per saperne di più
American Journal of Public Health®
Reducing Sugar-Sweetened Beverage Consumption by Providing Caloric Information: How Black Adolescents Alter Their Purchases and Whether the Effects Persist

Marco Dal Negro

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