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Dalle Alghe Verdi un virus crea problemi cerebrali a 40 persone su 92 (12/11/2014)

Gli scienziati hanno scoperto che alcune persone in buona salute hanno nella loro gola un virus presente nelle alghe verdi, ritenuto fino ad ora non infettivo per gli esseri umani.
In alcuni individui il virus può causare leggeri cambiamenti nelle capacità cognitive.
Lo studio evidenzia come alcuni organismi ritenuti innocui possono influire sulle funzioni fisiologiche anche senza causare vere e proprie patologie note.

 

Scienziati del Johns Hopkins e della University of Nebraska hanno scoperto un virus delle alghe mai visto, fino ad ora, nelle gole di persone sane, in grado di modificare sottilmente nei portatori una serie di funzioni cognitive, compresi l'elaborazione visiva e l'orientamento nello spazio.

Questo studio offre una delle poche prove di un fenomeno biologico noto come salto virale, cioè salto da una specie ad un'altra da parte di un virus, come è avvenuto per le influenze aviaria e suina, ma che si è visto molto raramente come passaggio da un regno ad un altro, da quello delle alghe a quello animale degli esseri umani.

La scoperta della presenza del virus negli esseri umani è avvenuta per caso, mentre i ricercatori analizzavano la popolazione batterica presente nelle gole di persone in buona salute, per uno studio che riguardava tutt'altro.
Eseguendo analisi di DNA per rilevare l'impronta genetica di virus e batteri, gli studiosi ne hanno scoperto uno che corrispondeva a quello dell'Acanthocystis turfacea Chlorella virus 1, or ATCV-1, che notoriamente infetta alghe verdi.

Le Alghe Verdi comprendono più di 7.000 organismi che vivono nelle acque dolci e salate, assomigliano alle piante ma non lo sono, ed anzi, rappresentano un regno a parte.

Tornando al nostro studio, 40 dei 92 partecipanti risultarono positivi alla presenza del virus delle alghe e raggiunsero anche punteggi più bassi in alcuni gruppi di test orientati alla valutazione della velocità e dell'accuratezza dell'elaborazione visiva.
La loro prestazione risultava solo un po' peggiore di quella degli altri, ma comunque abbastanza inferiore da essere misurata, sia nei test che valutavano la velocità con cui veniva disegnata una linea tra cerchi numerati in sequenza su di un foglio di carta, che nei test per valutare l'attenzione.

Gli esperimenti di verifica sui topi hanno confermato quanto visto sugli esseri umani.

Secondo Mikhail Pletnikov, M.D., Ph.D., direttore del Behavioral Neurobiology and Neuroimmunology Laboratory al Johns Hopkins, l'analogia tra quanto rilevato sugli esseri umani e quanto visto sui topi riconferma il meccanismo usato da molti microbi per per influenzare la funzione cognitiva di uomini ed animali, ed è questa affinità che permette ai ricercatori di studiare le patologie legate a questi microrganismi e di farlo in modo sistematicamente controllato.

L'analisi dei campioni di cervello ha mostrato cambiamenti nell'espressione di numerosi geni nell'ippocampo, la parte del cervello che produce e cataloga i ricordi di breve e di lungo termine, e che guida l'orientamento nello spazio.
Alcuni di questi cambiamenti riguardavano geni che regolano la risposta alla dopamina e di altri coinvolti nella regolazione immunitaria delle cellule. E qui verrebbero in mente non pochi nuovi filoni di studio e di applicazioni, ma non è questa la sede.

I ricercatori sottolineano che la scoperta del coinvolgimento di molti geni fa pensare a numerosi meccanismi che potrebbero spiegare alcuni degli effetti osservati, ma invitano anche alla prudenza, ricordando che sarà ora necessario approfondire e seguire nel tempo i fenomeni per fare chiarezza su quanto avviene.

Queste nuove scoperte giungono sull'onda di molti recenti studi che hanno mostrato come i microbi possono avere un importante ruolo nella genesi di alcune patologie neurologiche, cognitive e, più in generale, mentali. Ad esempio Yolken ed altri avevano già mostrato che l'infezione da Toxoplasma gondii, parassita dei gatti, può alterare i comportamenti di persone geneticamente predisposte. un chiaro esempio di quanto spesso i geni e l'ambiente giochino un ruolo sinergico nelle patologie umane.

Tutti gli autori che hanno lavorato a questo studio sono citati nella pagina in inglese di questo articolo, così come indicazioni sui finanziamenti che lo hanno permesso.

Per saperne di più
Proceedings of the National Academy of Science
Chlorovirus ATCV-1 is part of the human oropharyngeal virome and is associated with changes in cognitive functions in humans and mice PNAS 2014 ; published ahead of print October 27, 2014

The Johns Hopkins Medicine

Marco Dal Negro

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