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Il rapporto tra consumo di caffè e diabete di tipo 2 studiato alla Harvard School of Public Health (25/05/2014)

Alla Harvard School of Public Health (HSPH) hanno fatto una curiosa ricerca: gli studiosi hanno valutato cosa succede nel tempo quando si cambiano le proprie abitudini di consumo di caffè.
Lo studio ha considerato i dati di una grande quantità di persone: 47.510 donne del Nurses’ Health Study II (1991-2007), 27.759 uomini dell'Health Professionals Follow-up Study (1986-2006) e 48.464 donne del Nurses’ Health Study (1986-2006) del Brigham and Women’s Hospital.
Obbiettivo dell'analisi era verificare se il rischio di insorgenza del diabete di tipo 2 fosse o meno influenzato dal consumo di caffè.
L'unità di misura usata, era la tazza di caffè, di 226,8 grammi, con/senza una piccola quantità di latte e/o di zucchero.


 

Il regime alimentare dei partecipanti è stato valutato ogni 4 anni con un questionario, con l'aggiunta di altri questionari per chi riportava di avere il diabete.
Alla fine sono stati documentati 7.269 casi di diabete di tipo 2.

Le persone che hanno aumentato la quantità di caffè bevuto quotidianamente, di più di una tazza in un periodo di 4 anni hanno abbassato dell'11% il rischio di diabete di tipo 2 rispetto a quelli che non avevano cambiato la quantità abitualmente consumata, mentre quelli che avevano diminuito il proprio consumo di almeno una tazza al giorno hanno aumentato il rischio di diabete di tipo 2 del 17%.

Un particolare non del tutto secondario: l'autore dello studio Rob van Dam (National University of Singapore e National University Health System, Singapore) ha dichiarato di avere avuto un finanziamento dalla Nestec Ltd per uno studio sugli effetti del consumo di caffè in rapporto alla sensibilità all'insulina, e la Nestec Ltd vende anche caffè. In ogni caso il ricercatore ha dichiarato che l'incarico esclude esplicitamente la possibilità che ci possano essere interferenze di alcun tipo tra i due studi, ed il finanziamento per l'uno non influisce sull'altro. Questi gli accordi e quanto dichiarato.
Gli altri autori non hanno dichiarato conflitti di interesse.

Ma non sarebbe stato meglio sgombrare il campo da dubbi all'origine, in modo da azzittire tutti quei maligni che tendono sempre a pensare male?

Per saperne di più

Harvard School of Public Health

“Changes in coffee intake and subsequent risk of type 2 diabetes: three large cohorts of US men and women,” Shilpa N. Bhupathiraju, An Pan, JoAnn E. Manson, Walter C. Willett, Rob M. van Dam, Frank B. Hu, Diabetologia, online April 24, 2014, DOI 10.1007/s00125-014-3235-7

Marco Dal Negro

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