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Importanti e positivi i risultati di una nuova immunoterapia su molti cancri (12/05/2014)

Una buona notizia: è stato scoperto un nuovo modo per combattere il cancro con l'immunoterapia.
Utilizzando il sistema immunitario è stato possibile far regredire tumori ai polmoni ed al fegato e la regressione è stata confermata all'ultimo controllo fatto sei mesi dopo la seconda infusione di linfociti T.

Gli scienziati del U.S. National Cancer Institute (NCI) hanno dimostrato che il sistema immunitario è in grado di sviluppare una risposta contro le proteine mutanti espresse dai cancri che si sviluppano nelle cellule epiteliali, esterne ed interne, come quelle della pelle.
Sono cellule che possono dare origine a diversi tipi di cancro al tratto digestivo, ai polmoni, al pancreas, alla vescica e ad altre zone del corpo.


Sei mesi dopo l'immunoterapia cellulare adottiva ACT con linfociti T mutati il tumore con metastasi ai polmoni si è ridotto.

Come spiegato dai ricercatori nell'articolo pubblicato il 9 maggio 2014 su Science, la ricerca evidenzia la possibilità di sfruttare la risposta immunitaria contro i tumori.
Con questa metodica è possibile sfruttare la risposta immunitaria per attaccare in modo specifico le cellule cancerose nella loro unicità per ciascun paziente.

Tutti i tumori maligni ospitano alterazioni genetiche, alcune delle quali possono portare alla produzione di proteine mutanti che sono in grado di innescare una risposta immunitaria antitumorale.
Questa ricerca ha mostrato che il melanoma umano contiene spesso cellule immunitarie reattive alle mutazioni chiamate tumor-infiltrating lymphocytes, or TILs. La presenza di queste cellule può aiutare a spiegare l'efficacia dell'immunoterapia cellulare adottiva con linfociti T mutati e di altre forme di immunoterapia.

In questa terapia vengono raccolti i TILs di un paziente, vengono scelti quelli con la migliore attività antitumorale che quindi vengono fatti crescere in laboratorio per produrne una grande quantità che vengono successivamente infusi nella persona.
Prima di questo studio non era chiaro se il sistema immunitario umano avesse la capacità di produrre una risposta efficace contro le proteine mutanti prodotte dalle cellule epiteliali cancerose. Queste cellule comprendono più dell'80% di tutti i cancri e non si sapeva nemmeno se si sarebbe potuta usare una risposta di questo tipo per sviluppare immunoterapie personalizzate per questi cancri.

Nel nuovo studio i ricercatori hanno voluto determinare se i TILs dei pazienti con cancro gastrointestinale metastatico erano in grado di riconoscere mutazioni specifiche del singolo paziente.
Hanno analizzato i TILs prelevati da una paziente con un cancro al dotto biliare con metastasi a polmoni e al fegato, che non aveva risposto alla normale chemioterapia.
La paziente, una donna di 43 anni, partecipava ad un studio degli U.S. National Institutes of Health (NIH) sull'utilizzo della l'immunoterapia cellulare adottiva ACT per pazienti con cancro gastrointestinale.

I ricercatori hanno prima realizzato la sequenziazione completa dell'esoma, nella quale le aree del DNA di codifica delle proteine sono analizzate per identificare mutazioni che possano essere riconosciute dalle cellule del sistema immunitario del paziente.
Successive verifiche hanno mostrato che alcuni dei TILs del paziente riconoscevano una mutazione in una proteina chiamata ERBB2-interacting protein (ERBB2IP). Sono state quindi trasferite al paziente cellule adottive di 42,4 miliardi di TILs, circa il 25% dei quali erano linfociti T reattivi alla mutazione dell'ERBB2IP, che sono i principali responsabili dell'attivazione di altre cellule in aiuto alla immunità cellulare. Quindi sono seguiti trattamenti con 4 dosi di farmaci anticancro interleukina-2 per stimolare la proliferazione ed il funzionamento dei linfociti T.

Dopo il trasferimento dei TILs i cancri metastatizzati a fegato e polmoni del paziente si sono stabilizzati. Quando dopo circa 13 mesi i cancri si sono rimessi in movimento la paziente è stata trattata nuovamente con un'immunoterapia cellulare adottiva ACT nella quale il 95% delle cellule trasferite erano lifociti T reattivi alle mutazioni e si è avuta una regressione del tumore che è proseguita per i 6 mesi successivi di follow-up.

Dopo questi risultati ora si tratta di estendere la metodica anche ad altri cancri.

Per saperne di più
Tran et al. Cancer immunotherapy based on mutation-specific CD4+ T cells in a patient with epithelial cancer. Science. May 9, 2014. DOI: 10.1126/science.1251102.

Marco Dal Negro

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