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Ecco perché gli antiossidanti possono accelerare il cancro invece di prevenirlo (18/07/2014)

Sono veramente anticancro i cibi ricchi di antiossidanti? Dipende.
Per decenni le persone più informate e consapevoli hanno assunto antiossidanti con integratori e cibi per seguire le regole di una sana alimentazione per vivere più a lungo e meglio.

Ma purtroppo gli studi clinici hanno ripetutamente frustrato le speranze di tutti quelli consumatori che prendono antiossidanti per proteggersi dai tumori.
Virtualmente tutti questi studi non sono riusciti a trovare alcun effetto protettivo nei confronti del cancro. In molti trial l'assunzione di supplementi antiossidanti è risultata associata con maggiori percentuali di alcuni cancri ed in uno, in particolare, nel quale dei fumatori assumevano dosi supplementari di beta carotene, i cancri al polmone sono risultati più numerosi, non meno numerosi..

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Drs. Tuveson and Chandel explain why eating foods rich in antioxidants, as well as taking antioxidant supplements, can actually promote cancer, rather than fight or prevent it, as conventional wisdom suggests. Credit: CSHL

La spiegazione del perché di questi risultati l'hanno data David Tuveson, M.D. Ph.D., Cold Spring Harbor Laboratory professore and direttore della ricerca per la Lustgarten Foundation, e Navdeep S. Chandel, Ph.D., della Feinberg School of Medicine alla Northwestern University: in un breve articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine i due studiosi hanno spiegato perché gli integratori di antiossidanti potrebbero fare più danni che bene.

La chiave è negli ultimi passi in avanti nella comprensione del modo in cui le cellule mantengono il naturale equilibrio tra le sostanze ossidanti e quelle antiossidanti.

Ossidanti come il perossido di idrogeno sono essenziali, in piccole quantità, e sono prodotti dalle cellule. E' assodato che, in grandi quantità gli ossidanti sono tossici, ma nel caso delle piccole quantità le cellule provvedono naturalmente a produrre gli antiossidanti necessari per neutralizzare i propri ossidanti.

Tuttavia a molti è sembrato logico potenziare l'assunzione di antiossidanti per controbilanciare l'azione del perossido di idrogeno e di altri ROS (Reactive Oxygen Species, come li chiamano gli scienziati) e, se non bastasse, perché è noto che le cellule cancerose generano alti livelli di ROS per alimentare la propria abnorme crescita.

Il dottor Tuveson e Chandel ipotizzano che prendendo pillole antiossidanti o mangiando in grandi quantità cibi antiossidanti non si raggiungerà il risultato voluto contro il cancro perché questi non agiranno là dove necessario, cioè nel punto preciso della cellula, i mitocondri, dove vengono prodotti i ROS che stimolano il cancro, ma tendono ad accumularsi sparpagliati in molti punti distanti nella cellula lasciando i ROS relativamente indisturbati.

Nelle cellule tumorali sono alti i livelli sia dei ROS che degli antiossidanti: paradossalmente gli alti livelli di antiossidanti sono una difesa dalle cellule tumorali per mantenere gli ossidanti sotto controllo ma la tendenza a tenere ossidanti ed antiossidanti in equilibrio fa mantenere alti anche gli ossidanti.
Infatti terapie che fanno aumentare i livelli di ossidanti nelle cellule potrebbero fare bene, mentre quelle che aumentano gli antiossidanti potrebbero stimolare le cellule tumorali.
E' interessante osservare che la radioterapia uccide le cellule tumorali facendo aumentare enormemente i livelli degli ossidanti, così come la chemioterapia.

Paradossalmente l'inibizione delle proteine antiossidanti potrebbe essere una strada per combattere il cancro.
Gli autori ipotizzano che una nuova strada potrebbe essere quella di identificare delle proteine antiossidanti relative solo alle cellule tumorali in modo da agire su di esse. Lo studio dei percorsi antiossidanti nelle cellule tumorali ed in quelle circostanti potrebbero essere l'oggetto di nuovi studi.

Per saperne di più
"The Promise and Perils of Antioxidants for Cancer Patients" appears in The New England Journal of Medicine on July 10, 2014. The authors are: Navdeep S. Chandel, Ph.D., and David A. Tuveson, M.D., Ph.D.

The Cold Spring Harbor Laboratory

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