David Granville, professore al Department of Pathology and Laboratory Medicine e principale ricercatore al Centre for Heart Lung Innovation dell'UBC e del St. Paul’s Hospital, stava verificando, assieme al suo gruppo, l'eventuale minore indurimento e restringimento dei vasi sanguigni di un topo nel quale era assente il Granzyme B. E durante gli esperimenti i ricercatori hanno visto che i topi mancanti di Granzyme B avevano una pelle apparentemente molto più fresca e giovane di quella degli altri topi della medesima età.

Il deterioramento della pelle, ma anche quello di altri tessuti come i vasi sanguigni ed i passaggi dell'aria nei polmoni è dovuto ad un problema di collagene ed è in questo ambito che la parziale eliminazione del Granzyme B agisce.
I ricercatori ora stanno lavorando ad una possibile applicazione locale di un farmaco in grado di inibire il Granzyme-B, per provarne l'efficacia , entro due anni, su pazienti con lupus erythematosus discoide, una malattia autoimmune che viene aggravata dall'esposizione ai raggi del sole e che può portare a sfigurare la faccia come nel caso del musicista Seal.

Se il farmaco mostrerà di essere efficace in questo caso, allora si penserà a possibili applicazioni cosmetiche dirette a controbilanciare il naturale processo di invecchiamento dovuto all'esposizione al sole.
Il farmaco però potrebbe poi essere utilizzato anche per altre gravi patologie come gli aneurismi e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, che sono causati dalla degradazione del collagene e di altre proteine delle strutture dove passano sangue ed aria.

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UBC - The University of British Columbia