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Depressione: si valuta la terapia con stimolazione magnetica a bassa intensità (19/08/2014)

E' in fase di studio un nuovo supporto terapeutico da usare in caso di disturbo depressivo maggiore o di disturbo bipolare, si basa sull'applicazione di un campo magnetico a bassa intensità (LFMS) che stimola il cervello portando un immediato miglioramento dell'umore.

Michael Rohan, PhD, del McLean Hospital’s Brain Imaging Center e docente alla Harvard Medical School ha utilizzato un campo magnetico corrispondente ad una frazione della potenza utilizzata per la stimolazione intracraniale e per la terapia elettroconvulsiva, ma ad una frequenza più alta.
Secondo Rohan questa terapia funziona in modo molto più tempestivo rispetto alle altre due e, fino ad ora, non sembra mostrare effetti secondari, come invece avviene per le altre due terapie.

 


 

La cura è stata provata su di un numero molto limitato di volontari, 63, di età compresa tra i 18 ed i 65 anni, ai quali era stato diagnosticato un disturbo depressivo maggiore o un disturbo bipolare e che erano in terapia stabile con antidepressivi o con farmaci per stabilizzare l'umore, da almeno 6 settimane.

Nel gruppo dei partecipanti, 34 hanno ricevuto il trattamento reale mentre per 29 è stato solo simulato in quanto in realtà non veniva erogato il campo magnetico. Nessuno tra i pazienti ed il personale che ha partecipato era al corrente di chi fosse parte di un gruppo e chi dell'altro.

Il trattamento è durato 20 minuti seguiti da una valutazione del proprio stato fornita dagli stessi volontari in base a test.
I volontari che avevano ricevuto il reale trattamento hanno indicato un deciso miglioramento nell'umore, cosa non avvenuta per gli altri.

Ora sarà necessario mettere a punto tutti i parametri della terapia come tempi, frequenze ed intensità in modo da poter valutare accuratamente, ad ampio raggio, gli effetti secondari legati alla terapia che, per la sua stessa natura, influisce sul nostro organismo. Se son rose fioriranno.

Per saperne di più
Biological Psychiatry
Adding Low-Field Magnetic Stimulation to Noninvasive Electromagnetic Neuromodulatory Therapies

Marco Dal Negro

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