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Dalla mimica facciale un possibile contributo alle diagnosi mediche (08/08/2014)

Pazienti con gravi problemi cardiopolmonari, in un reparto di medicina d’urgenza, se posti davanti a 3 immagini teoricamente stimolanti su di un computer, mostrano minori cambiamenti di espressione rispetto a chi sta bene. Stando a quanto registrato dalla webcam ed analizzato da uno specifico programma, questi pazienti, sembrano reagire meno ad immagini quali una vignetta umoristica, un primo piano di un volto sorpreso e la foto di qualcuno in lacrime.
Non è uno scherzo, ma quanto emerge da una ricerca su 50 pazienti pubblicata online sull’Emergency medicine journal..

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L'idea di partenza di Jeffrey Kline del Dipartimento di medicina d’urgenza e psicologia all’Indiana university di Indianapolis, anche se non propriamente nuova, è giusta: dalla mimica facciale è possibile ottenere molte informazioni, probabilmente anche riguardo alcuni stati patologici, e la messa a punto di software specifici può aiutare molto. Ma non è certo andando a mostrare a persone con gravi problemi cardiopolmonari, in un reparto di medicina d’urgenza, tre immaginette su di un computer, che possiamo trarre una qualche conclusione sensata.

Non c'è bisogno di un'aquila per capire che una persona in quello stato è facilmente presa più dai propri problemi che dalle immagini sul computer.

Certo dalla mimica facciale un medico che sia tale e non solo un burocrate che legge quattro dati, può trarre molte informazioni, ma che si possa definire se la smorfia di dolore o la scarsa attenzione nei confronti di quanto succede intorno si riferiscano ad una patologia o ad un'altra è quantomeno improbabile. Saranno probabilmente segnali molto più specifici a dare informazioni su specifiche patologie, ma sarebbe curioso che tutto ciò potesse emergere da uno studio come questo alla fine del quale possiamo leggere una conclusione di questo tipo:

Con un singolo stimolo visivo, pazienti con grave patologia cardiopolmonare hanno mostrato una carenza di cambiamento nell'espressione facciale e di sorpresa.
I risultati preliminari dei ricercatori suggeriscono che delle espressioni facciali ottenute tramite un stimolo su pazienti con sintomi cardiopolmonari, in reparto di medicina d'urgenza, potrebbero rappresentare un utile componente di definizione delle probabilità di pretest gestalt.
Nella pagina in inglese è disponibile il testo originale.

Per saperne di più
Decreased facial expression variability in patients with serious cardiopulmonary disease in the emergency care setting

Marco Dal Negro

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