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Sale e salute: dalla neuroscienza un approccio diverso (03/09/2013)

Dalla University of California, Davis, viene proposto un nuovo modo di affrontare il problema di quanto sale faccia bene e quanto male.
Un nuovo studio documenta per gli esseri umani quanto i neuroscienziati affermano da tempo: l'assunzione di sodio negli animali è controlata da circuiti cerebrali e non dalla quantità presente nel cibo.


Per decenni le politiche sanitarie US hanno enfatizzato l'importanza di limitare il consumo di sale per abbassare il rischio di patologie cardiocircolatorie legate alla pressione sanguigna alta. Questo nuovo lavoro scientifico ha però trovato che le persone assumono una quantità di sale che varia relativamente poco, tra 2,6 e 4,8 grammi al giorno, che è rimasta sostanzialmente costante per più di 50 anni in almeno 45 paesi.

Il principale autore dello studio David McCarron, del UC Davis Department of Nutrition, sostiene che i dati dimostrano che i valori consigliati dalle autorità sono in realtà più bassi rispetto alle esigenze dell'uomo.

I valori emersi dal nuovo studio si riferiscono a più di 69.000 persone che hanno partecipato a 190 studi commissionati dai governi in 45 paesi nell'arco degli ultimi 50 anni.
L'assunzione di sodio è stata misurata in termini di sodio espulso con le urine nell'arco di 24 ore. La media dei valori e l'arco tra i quali variano è quasi identica a quelli rilevati da uno studio del 2009. Il valore medio è di 3,650 grammi al giorno compreso tra 2,6 e 4,8.

I valori sono rimasti costanti e non sono influenzati dall'etnia o da particolari abitudi alimentari nelle varie culture nel mondo.
Secondo i ricercatori è da questi dati che si deve partire per stabilire le linee guida da seguire in futuro.

Il tono di queste affermazioni è piuttosto imperativo, con la pretesa di cancellare con un solo colpo di spugna i risultati di molti altri lavori e molti altri ricercatori, ma affronta il problema da un punto di vista assolutamente parziale immaginando di potere trarre conclusioni globali.
Se si vuole comprendere la questione forse è necessario considerare una maggiore quantità di elementi perchè le apparenti incongruenze potrebbero essere semplicemente dovute ad una incompleta conoscenza e comprensione di un fenomeno che è molto più complesso di quando a volte presupposto dalle singole ricerche.

Non per nulla vi è un grande confronto sull'argomento nella comunità scientifica e non sembra dietro l'angolo il momento delle certezze.

Per chi volesse saperne di più sulla questione:
Per saperne di più sul sale...

Ulteriori informazioni sui ricercatori e gli istituti di ricerca leggete la pagina in inglese di questa notizia.

Lo studio pubblicato è alla pagina
American Journal of Hypertension

Marco Dal Negro

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