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Riabilitazione motoria: guardare il movimento ha effetto terapeutico (30/10/2013)

L’osservazione dei movimenti, anche senza la loro esecuzione, compensa le conseguenze negative indotte nel cervello da un periodo di inattività. L'effetto è supportato da un meccanismo cerebrale che si base sui "neuroni specchio".


Gray's Anatomy - Brain

La ricerca condotta dai ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara, l’Università di Genova e con l’Université de Bourgogne di Digione, pubblicata su Cerebral Cortex, dimostra come l'attivazione di queste cellule durante l’osservazione di un movimento agisce sulla corteccia motoria ripristinando la funzionalità di aree inattive, come se il movimento fosse stato realmente compiuto.

I ricercatori hanno verificato la possibilità di compensare, con l’osservazione di azioni usuali, il ridotto funzionamento della corteccia motoria indotto da 10 ore di immobilizzazione del braccio, in soggetti sani. Michela Bassolino, principale autrice dello studio e ricercatrice nel Dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Science (RBCS) di IIT, spiega che questo è un risultato importante che potrebbe diventare un’opzione terapeutica in grado di prevenire e contrastare le conseguenze negative sul cervello, indotte da un lungo periodo di inattività motoria. Cosa che accade spesso agli gli anziani o a seguito di lesioni cerebrali.

I ricercatori hanno lavorato sulla possibilità di rendere possibile il recupero del movimento degli arti dopo un lungo periodo di inattività, senza svolgere azioni motorie dirette. Una lunga inattività fisica, dovuta a un’immobilizzazione o a un non utilizzo di un arto, causa nel cervello un funzionamento ridotto della corteccia motoria, che può essere ripristinato attraverso il movimento dell’arto fermo.
I ricercatori hanno dimostrato che tale ripristino può avvenire anche solo attraverso l’osservazione del movimento stesso.

Le persone che hano partecipato alla ricerca sono state divise in tre gruppi.
Al primo è stato chiesto di guardare dei video di azioni quotidiane, al secondo di immaginare quelle stesse azioni, e al terzo, il gruppo di controllo, di guardare video estratti da documentari naturalistici senza attori umani.

Misurando con la Stimolazione Magnetica Transcranica l’eccitabilità dell’area motoria che controlla il braccio destro, prima e dopo le 10 ore di inattività, si è evidenziato che nel gruppo di soggetti che osservano le azioni, erano stati compensati gli effetti indotti dall’immobilità riscontrati negli altri due gruppi.

Luciano Fadiga, Senior Researcher all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e ordinario di fisiologia all’Università degli Studi di Ferrara spiega che l'effetto è supportato da un meccanismo cerebrale che si basa sui neuroni specchio, una classe di neuroni che si attivano quando un soggetto compie un'azione, oppure osserva un’azione compiuta da altri.

Un’altra proprietà fondamentale del cervello è la plasticità sinaptica, che consiste nella capacità di modificare le connessioni tra neuroni, modificando struttura e funzionalità in base agli eventi a cui un soggetto assiste, permettendogli di adattarsi all’ambiente e di rispondere correttamente agli stimoli, anche nel lungo periodo.
Osservare azioni compiute da altri attraverso meccanismi di plasticità cerebrale, può stimolare le aree motorie del cervello mantenendone la funzionalità anche durante un periodo di inattività.

Allo studio hanno partecipato: il prof. Thierry Pozzo, Senior Researcher del dipartimento RBCS dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova e professore presso l’Università di Digione, il prof. Luciano Fadiga, Senior Researcher all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova e ordinario di fisiologia all’Università degli Studi di Ferrara, Michela Bassolino, ricercatrice deldipartimento RBCS di IIT, Martina Campanella, ricercatrice del dipartimento RBCS di IIT, e Marco Bove ricercatore dell’Università di Genova.

Per saperne di più
http://cercor.oxfordjournals.org/

Marco Dal Negro

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