I pazienti che si sottopongono a screening per il cancro sono spesso meno informati di quanto vorrebbero sui rischi di sopravalutazione dei risultati positivi e sui conseguenti eccessivi interventi terapeutici.
Odette Wegwarth, Ph.D., and Gerd Gigerenzer, Ph.D., del Max Planck Institute for Human Development di Berlino segnalano i risultati di uno studio che sottolinea come gli screening per il cancro rilevano spesso presenze positive molto precoci, fatto di pe sè positivo, ma che diventa negativo quando si interviene anche in assenza di reale necessità. Spesso ci sono tracce di tumore che non si sarebbero evolute e non avrebbero dato alcun problema per tutta la vita, ma che vengono trattate con chemioterapia, radioterapia o rimozione chirurgica, con tutte le conseguenze, anche profondamente negative, connesse.

La ricerca ha riguardato 317 statunitensi, uomini e donne, di età compresa tra i 50 ed i 69 anni, con l'idea di scoprire quanti pazienti erano stati informati dai loro medici sui rischi di eccessi nelle diagnosi e nei trattamenti, e quanti di questi eccessi sarebbero stati ritenuti accettabili.

il 9,5% dei partecipanti ha confermato di essere stati preventivamente informati, il 51% ha dichiarato di essersi trovati impreparati ad affrontare uno screening i cui risultati fossero pari a più di una persona inutilmente sottoposta a trattamenti per ogni persona la cui vita fosse stata salvata dal cancro. Tuttavia circa il 59% ha dichiarato che avrebbe continuato a sottoporsi allo screening se avesse saputo che si avevano 10 persone sottoposte a cure inutili per ogni persona salvata.

Lo studio conclude ribadendo che i risultati indicano che la comunicazione da parte dei medici non è conforme con gli standard che i pazienti si aspettano.

Per saperne di più
JAMA Intern Med. Published online October 21, 2013.
Overdiagnosis and OvertreatmentEvaluation of What Physicians Tell Their Patients About Screening Harms

Marco Dal Negro