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Nanoparticelle terapeutiche dai pompelmi (04/06/2013)

 

L'idea di utilizzare nanoparticelle per trasportare farmaci nel corpo, direttamente dove ce n'è bisogno è allo studio da tempo: ora si sta verificando l'ipotesi di utilizzare elementi derivati dai vegetali, in particolare dai pompelmi. I test hanno riguardato il trasporto di farmaci antitumorali nei topi ed i primi risultati sembrano incoraggianti.

Image courtesy of Zhang lab.

Utilizzare nanovettori a base di lipidi sintetici è molto complesso e costoso anche se concettualmente affascinante: portare i farmaci al bersaglio proteggendoli durante la strada in modo che non vengano deteriorati e non danneggino l'organismo. Ma ci sono problemi di tossicità, di rischi ambientali e molti altri.

Una ricerca condotta dal Dr. Huang-Ge Zhang presso la University of Louisville ha ipotizzato l'uso di nanoparticelle di origine vegetale ed ha cominciato le verifiche.
Gli scienziati hanno isolato nanoparticelle dal succo di pompelmo, di uva e di pomodoro. I risultati dello studio sono pubblicati il 21 maggio 2013 su Nature Communications.

I risultati hanno mostrato che il pompelmo era quello che offriva il maggior numero di nanoparticelle lipidiche. Con queste, i ricercatori hanno poi preparato dei nanovettori e li hanno verificati in diversi tipi di cellule riscontrando che, a temperatura corporea, diverse cellule li prendevano. Questi nanovettori hanno mostrato di non influire in modo significativo sui tassi di crescita e di morte delle cellule, mostrando di essere più stabili di quelli sintetici, venendo anche presi dalle cellule più rapidamente.

Quindi gli scienziati hanno testato gli effetti sui topi. Tre giorni dopo avere iniettato i vettori, resi fluorescenti, per via endovenosa nella coda dei topi e in diverse cavità corporee, i ricercatori hanno trovato i nanovettori prima nel fegato, poi nei polmoni, nei reni e nella milza.
Dopo le iniezioni intramuscolari sono stati trovati prevalentemente nei muscoli.
Dopo la somministrazione intranasale si sono trovati soprattutto nei polmoni e nel cervello.

Nonostante i nanovettori fossero rilevabili ancora 7 giorni dopo l'iniezione endovenosa nella coda, non vi erano segni di infiammazione o altri effetti collaterali ed i nanovettori non erano passati nella placenta facendo prevedere il possibile utilizzo durante la gravidanza.

Nell'ambito di culture di cellule questi nanovettori si sono mostrati in grado di consegnare, in modo mirato, un'ampia gamma di principi terapeutici, compresi farmaci per chemioterapia, brevi RNA interferenti (siRNA), un vettore di espressione del DNA ed anticorpi.

I ricercatori hanno allora testato i vettori in modelli di cancro nei topi e ne è risultata una diminuzione della crescita ed una sopravvivenza prolungata dei topi cui erano stati somministrati per via nasale, in presenza di tumori cerebrali, e per iniezione nel caso di tumore al colon.

La ricerca continua con i primi test clinici su pazienti con cancro al colon.

Per saperne di più
National Institutes of Health (NIH)

(MDN)


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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