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Staminali: trapiantate con successo nell'occhio cellule coltivate (29/08/2013)

Sembra funzionare ed avere delle prospettive il trapianto nella retina di fotorecettori estratti da retina sintetica, cresciuta in vitro da cellule embrioniche staminali. I topi ai quali sono state impiantate erano affetti da cecità notturna e sembra che la cosa stia funzionando.
Le cellule trapiantate si sono integrate bene sviluppandosi normalmente, integradandosi nella retina esistente e sviluppando le connessioni nervose necessarie per trasmettere i segnali visivi al cervello.


Lo studio, finanziato dal Medical Research Council (MRC) e pubblicato su Nature Biotechnology, lascia pensare che, in futuro, le cellule staminali embrioniche possano fornire una quantità illimitata di fotorecettori sani da impiiantaare nella retina per curare la cecità umana.

La perdita dei fotorecettori, che sono cellule sensibili alla luce che stanno sul fondo dell'occhio, è la prima causa di perdita della vista nelle malattie degenerative delgli occhi legate all'età, nella retinite pigmentosa e nella cecità legata al diabete.

Nell'occhio ci sono due tipi di fotorecettori: i coni ed i bastoncelli. Questi ultimi sono particolarmente importanti per vedere al buio, in quanto estremamente sensibili anche a livelli molto bassi di luce.

Un precedento lavoro del Professor Robin Ali e del suo gruppo all'UCL Institute of Ophthalmology and Moorfields Eye Hospital, ha mostrato che trapiantando bastoncelli immaturi da retine di topi sani in quelle di topi ciechi, era posssibile ripristinare la vista.
Ma negli esseri umani questo tipo di terapia non sarebbe praticabile su migliaia di pazienti che ne avrebbero bisogno.

Utilizzando una nuova tecnica con una cultura in 3D e la differenziazione delle cellule staminali embrioniche di topo, tecnica recentemente sviluppata in Giappone, il gruppo del professor Ali è riuscito a far crescere delle retine che contenevano i differenti tipi cellule necessarie per vedere.
Il professore sottolinea che fino ad ora non si era riusciti a ricreare cellule che proseguissero con uno sviluppo normale, lo stesso che avviene in un normale embrione. Ma la tecnica in 3D mima in modo più simile lo sviluppo normale per cui diventa possibile prelevare e purificare le cellule allo stadio preciso permettendo così di trapiantarle con successo.
Il prosimo passo sarà quello di raffinare questa tecnica utilizzando cellule umane in modo da poter inziare con le verifiche cliniche.

I ricercatori hanno fatto crescere cellule delle retina precorritrici usando la tecnica della cultura in 3D e le hanno paragonate con le cellule sviluppate normalmente, guardando ai differenti marcatori nei diversi momenti dello sviluppo. Hanno anche portato avanti dei test per controllare i geni espressi dai due tipi di cellule nei diversi momenti per essere sicuri che che fossero biologicamente equivalenti.

Quindi hanno trapiantato circa 200.000 cellule cresciute artificialmente iniettandole nella retina dei topi.
A tre settimane dal trapianto le cellule si erano mosse, si erano integrate nella retina e cominciavano ad assomigliare a dei bastoncelli maturi. Queste cellule erano ancora presenti dopo sei settimane dal trapianto.
I ricercatori hanno anche visto delle sinapsi, connessioni tra cellule nervose, immaginando che le cellule trapiantate erano in grado di connettersi con i circuiti ritinici esistenti.

Per saperne di più sulle cellule staminali...

Per saperne di più
Nature biotecnology
Photoreceptor precursors derived from three-dimensional embryonic stem cell cultures integrate and mature within adult degenerate retina

Marco Dal Negro

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