SA
(Sound Alchemist) Robin Neko
Soulways
Round
About the Lounge
Presentazione
Soulways, ovvero le Strade dell'Anima. Tante, tantissime. Ancor più numerose delle Possible Musics teorizzate da Jon Hassell (e Brian Eno con lui) un quarto di secolo fa. Impossibile racchiuderle tutte quante dentro un unico
cidì, perché la loro natura mutevole, obliqua e ubiqua, le porta necessariamente a travalicare i generi e i continenti, le razze, i secoli e le piccole storie di vita quotidiana.
E dunque, molto meglio scandagliarle dentro una collana a geometria variabile, agile e scattante, capace di intervenire rapidamente nei tempi (e nei luoghi) di più urgente, insondabile necessità. Con alchemica prontezza.
Ma cerchiamo di localizzarla, quest¹anima benedetta. Nella tradizione dei Maya
Quiché, riportata dal Popol Vuh, l'anima è rappresentata da un nastro (o da una corda): "il filo con il quale nostro Signore ci tira a sè". Nelle concezioni popolari dell'Africa del nord, invece, l'anima è una sorta di entità binaria. Ce n'è una vegetativa - nefs - alla quale corrispondono le passioni e i comportamenti emozionali: è trasportata dal sangue e risiede nel fegato. E una più sottile - rruh - che corrisponde alla volontà: circola attraverso le ossa e ha la sua sede nel cuore. Anche in Cina, nel pieno rispetto della millenaria interazione di Yin e
Yang, l'anima è doppia. C'è quella più pesante - kuei - adatta a presiedere e soddisfare i bisogni materiali della vita. E c'è poi quella più volatile e leggera - shen - essenzialmente legata al respiro: è il genio dell'intelligenza umana, la particella divina presente in ogni essere ragionante e senziente.
Ci piace molto, questa dicotomia vecchia quanto la crosta terrestre. E' quella che ci permette di rintracciare la presenza dell'Anima (la luce candida di
Sahasrara, il settimo chakra - direbbe uno spiritualista) anche nelle musiche apparentemente più legate al corpo e alle viscere di nostra Madre Terra (la luce rossa di Muladhara o quella arancione di
Svadishtana, rispettivamente il primo e il secondo chakra - direbbe ancora lo spiritualista di prima). E', in definitiva, quella che ci consente di intuire la verità implicita in uno dei mantra più semplici - e profondi al tempo stesso - di questa Nuova Era: All is
God, tutto è Dio. Om Sai Ram.
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