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Depressione
e senso di colpa
In
alcuni casi la depressione può essere associata ad un senso di colpa.
Bisogna
considerare attentamente l’espressione senso di colpa. Il senso di colpa
è una sensazione, come dice la parola stessa, di avere commesso qualche
cosa di male e di dannoso; quindi di conseguenza, per senso di colpa può
intendersi una sensazione di avere commesso una azione biasimevole e
criticabile.
Quando
la colpa commessa è cosciente e razionale, dovremmo parlare di assunzione
di responsabilità. Una persona, per esempio, è in colpa per avere
commesso un atto che lede un’altra persona. In questo caso, il fatto di
ledere gli interessi, i bisogni e gli elementi vitali di un altro rendono
questa azione biasimevole. Quando proviamo questa forma di responsabilità
morale è perché siamo in grado di metterci al posto dell’altra
persona, di condividerne gli interessi e i problemi, di immedesimarci, di
entrare in una risonanza con le sofferenze dell’altra persona, e di
ragionare come se l’azione che noi abbiamo compiuto potessimo noi stessi
subirla. Questo atteggiamento è razionale ed è alla base della capacità
dell’uomo di stringere patti, di fidarsi e di contrarre rapporti sulla
base della fiducia e della parola data.
Il
senso di colpa però, così come ormai è un dato acquisito dagli studi e
dalla ricerca psicoanalitica, è una cosa del tutto diversa. Esso
interferisce nella vita della persona rendendo sgradevoli delle azioni che
non si può dire che ledano qualcuno se non immaginariamente. Il senso di
colpa è dunque, a differenza dell’assunzione di responsabilità, un
problema immaginario; per ragioni del tutto estranee al fatto in sé
stesso, la persona può sentire di non poter fare una certa cosa e può
sentire addirittura che una azione è criticabile e biasimevole, anche se
nulla a livello razionale giustifica questo giudizio. Questo fattore è il
maggiore responsabile della sofferenza nevrotica. Essendo immaginario il
senso di colpa, a differenza dell’assunzione di responsabilità, non ha
un limite; è difficile fermarlo.
Il
senso di colpa può produrre una condizione di impasse che presto si
traduce nella perdita della possibilità stessa di decidere e di agire in
vista di una meta che produca soddisfazione; l’impasse che impedisce la
realizzazione di ciò che si vuole genera dunque una tristezza di fondo,
che è determinata dal non poter realizzare i propri desideri e i propri
progetti.
Gli
studi e la ricerca dimostrano che in molti casi il senso di colpa è
radicato nei conflitti infantili che la persona ha avuto con le figure
genitoriali. Questi conflitti, anziché essere stati risolti, sono stati
solo apparentemente cancellati.
La
tristezza che si radica in questi conflitti e nel senso di colpa
correlativo, è determinata quindi da una impasse che può essere risolta
solo affrontando la propria vita globalmente, come un tutto composto anche
dalla vita infantile e adolescenziale; è solo affrontando la propria vita
come una totalità che la radice del senso di colpa può essere ridotta o
annientata.
(Dott.
Luigi Colombo)
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