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I batteri condizionano le precipitazioni meteo? (09/09/2011)

 

I ricercatori hanno scoperto alte concentrazioni di batteri al centro dei chicchi di grandine, ed hanno ipotizzato che i microrganismi possano essere responsabili di questo come di altri eventi atmosferici. I risultati dello studio sono stati resi pubblici al 111° General Meeting of the American Society for Microbiology a New Orleans.

Spiega Alexander Michaud della Montana State University di Bozeman, che ha presentato la ricerca: "I batteri sono stati trovati nel cuore, la prima parte che si forma nei chicchi di grandine...".
Alexander Michaud ed i suoi colleghi hanno analizzato chicchi di grandine di 5 cm raccolti dopo una grandinata nel campus dell'università nel giugno 2010.
I grossi chicchi sono stati divisi in 4 strati ed ognuno di questi è stato analizzato.
Il numero più alto di batteri coltivabili è stato trovato nella parte più interna dei chicchi.

Prosegue Alexander Michaud spiegando che, perché la grandine possa formarsi e precipitare, deve esserci una particella che faccia da nucleo intorno al quale si aggregano le molecole di acqua, e sembra sempre di più che questa particella possa essere un batterio o un'altra particella biologica.

La ricerca di Alexander Michaud è parte di un crescente ambito di studi sulle bio-precipitazioni, un'idea in base alla quale un batterio può essere all'origine di precipitazioni come la pioggia, la neve o la grandine.

Aggiunge Brent Christner della Louisiana State University, che l'aerosol presente nelle nuvole gioca un ruolo chiave nei processi che portano alle precipitazioni, grazie al fatto di costituire la base attorno alla quale si aggrega il ghiaccio. A temperature superiori a - 40 gradi la formazione di ghiaccio non è spontanea e richiede un nucleo attorno al quale formarsi.
Sono diverse le particelle che possono svolgere questa funzione, ma le più attive, presenti naturalmente, sono di origine biologica, capaci di catalizzare formazione di ghiaccio a temperature vicine ai - 2 gradi. La meglio studiata di queste è il patogeno delle piante Psuedomonas syringae.

Sempre Brent Christner prosegue spiegando che il ceppo di Psuedomonas syringae che serve da nucleo possiede un gene che codifica un proteina, sulla parte esterne della membrana, che lega le molecole di acqua in modo organizzato, offrendo una base molto efficiente che stimola la formazione di cristalli di ghiaccio.

I modelli simulati di aerosol e nuvole implicano che alte concentrazioni di nuclei biologici possano influenzare la concentrazione media e la dimensione dei cristalli di ghiaccio nelle nuvole, la copertura orizzontale di queste nella libera troposfera, i livelli di precipitazioni al suolo ed anche l'isolamento della terra rispetto ai raggi solari.

Brent Christner conclude affermando che evidenza della diffusione di nuclei biologici nell'atmosfera e temperature tiepide a cui questi funzionano, portano a concludere che i nuclei abbiano un ruolo nell'equilibrio idrologico e dell'irradiamento del pianeta.

Fonte
American Society for Microbiology

Vedi anche l'articolo pubblicato sull'Informatore agrario":
Come riconoscere un attacco di Pseudomonas syringae

(MDN)


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