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Ambiente e salute, presentati all'ISS i risultati di uno studio su Inquinamento atmosferico e salute (14/04/2011)

 

Nelle tre giornate di lavoro, dall’11 al 13 aprile 2011, al Convegno "Ambiente e Salute", dedicato al Programma Strategico 2008-2010, sono stati presentati e discussi i risultati più significativi delle quattro aree tematiche che costituiscono il Programma: clima e salute (coordinato dal Centro interdipartimentale di biometeorologia dell’Università di Firenze), inquinamento atmosferico e salute (coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio insieme al Centro Prevenzione oncologica della Regione Piemonte e all’Ospedale Maggiore-Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano), impatto sanitario del ciclo dei rifiuti (con riferimento agli effetti sulla riproduzione associati alla residenza in prossimità degli inceneritori di rifiuti solidi urbani, coordinato dal Servizio di Sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna) e impatto sanitario dei siti contaminati (coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità).

Gli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico sono importanti per la salute pubblica.

Possono essere distinti in effetti a breve termine (acuti, dopo poche ore o giorni dalle esposizioni) o a lungo termine (cronici, per esposizioni di lunga durata).

Gli effetti a breve termine illustrati sono i risultati del progetto EpiAir, un programma di sorveglianza epidemiologica di 10 grandi città italiane finanziato dal Ministero della Salute.
In queste città, il PM10, l’NO2 e l’ozono sono responsabili di un aumento della mortalità e dei ricoveri ospedalieri per cause cardiovascolari e respiratorie.
In molte città italiane non sono rispettate le indicazioni di legge sulla qualità dell’aria e le ripercussioni sulla salute sono notevoli.
Per la città di Roma è stato indagato l’effetto delle polveri ultrafini, misurate da una centralina presso l’ISS, che sono state messe in relazione con un aumento di ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco e aggravamento delle patologie respiratorie croniche.
E’ stato osservato che le persone con precedenti malattie cardiache e respiratorie sono particolarmente suscettibili. In particolare, il Dipartimento di Epidemiologia del Lazio ha seguito una popolazione di 147.000 persone residenti a Roma con una diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva, e ha messo in evidenza che queste persone corrono un rischio particolarmente più alto della popolazione non malata di morire per effetto dell’inquinamento, e si arriva ad un aumento del 10% della mortalità per cause respiratorie per ogni 10 ug/m3 di polveri PM10.

Il ruolo della esposizione personale è stato indagato dallo studio PM Care, che ha considerato persone sane, cardiopatici e pneumopatici, monitorando le esposizioni personali a diverse frazioni di particolato, e la risposta cardiaca all’inquinamento.
Si è notato che le particelle ultrafini modificano la normale variabilità della frequenza cardiaca.
E’ stato sottolineato inoltre che le condizioni climatiche influenzano in modo notevole l’effetto degli inquinanti.
E’ stato osservato per esempio che nei giorni estivi più caldi, la mortalità aumenta non solo per effetto delle alte temperature ma anche per effetto dell’ozono, un inquinante secondario di particolare importanza a seguito dell’irraggiamento solare.
Gli effetti a lungo termine hanno un impatto molto più grande di quelli a breve termine, e la forte relazione tra esposizione ad inquinanti ed arteriosclerosi è stata sottolineata.
Le nuove conoscenze scientifiche sono utili per informare i decisori politici sulla necessità di azione.

E’ importante interrogarsi sui motivi per i quali le città italiane hanno livelli di inquinamento così alti mentre in ambito europeo ci sono città, come Londra, per esempio, che pur partendo da condizioni molto sfavorevoli (si ricordi il fumo di Londra degli anni ’50) sono riuscite a ridurre l’inquinamento in modo considerevole.

In queste città sono stati assunti impegni e intraprese azioni conseguenti. E’ dunque possibile modificare la situazione attuale.

Il Programma "Ambiente e Salute" ha contribuito ad aumentare le conoscenze disponibili in Italia sugli effetti dell’inquinamento e ha concorso a definire le aree di maggiore interesse per la ricerca futura. In sostanza, obiettivi futuri sono la conoscenza degli effetti delle polveri a seconda della loro sorgente (traffico, riscaldamento, industria, lunga distanza), della loro composizione (metalli, idrocarburi aromatici), della loro dimensione (fine ed ultrafine).

Occorre inoltre valutare meglio le condizioni che più conferiscono suscettibilità, per meglio proteggere le popolazioni più deboli.
Occorre infine un progetto nazionale sull’inquinamento atmosferico.

(MDN)


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