Dopo essersi rimangiato le promesse sui limiti alle
emissioni di CO2, il successore di Clinton solleva
le aziende minerarie dall'obbligo di risanamento
dell'ambiente.
Le aziende minerarie degli Stati Uniti non dovranno
più impegnarsi finanziariamente per sanare gli
eventuali danni ambientali provocati dalle proprie
attività. Lo ha deciso la nuova amministrazione di
George Bush.
Fino a ieri infatti era previsto un impegno
finanziario da parte delle aziende minerarie (che si
occupano dell'estrazione di oro, argento, rame,
piombo, zinco, uranio e molibdeno), per garantire la
pulizia dell'ambiente dalle scorie prodotte.
La decisione di Bush ha allarmato gli ambientalisti
americani perché nel 1998 uno studio ha indicato
l'industria mineraria come il principale inquinatore
degli Stati Uniti.
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