I "polmoni verdi" della Terra sono concentrati in 15
Paesi e quindi su di essi dovrebbero concentrarsi
gli sforzi mondiali per la loro conservazione. E'
quanto emerge da un rapporto dell'UNEP, il programma
per l'ambiente dell'ONU, che ha lanciato un appello
ai governi nazionali e alla comunità internazionale
per bloccare la distruzione delle foreste più
importanti del mondo. Un'indagine satellitare, resa
nota nei giorni scorsi, ha evidenziato infatti che
l'80,6% delle aree verdi più significative a livello
mondiale si trova in: Russia, Canada, Brasile, Stati
Uniti, Cina, Indonesia, Messico, Perù, Repubblica
democratica del Congo, Colombia, Bolivia, Venezuela,
India, Australia e Papua Nuova Guinea. La pressione
delle attività umane sulle foreste - si legge nel
rapporto - varia: è alta in India (43% delle sue
aree verdi) e in Cina (36%), mentre è quasi
inesistente in Perù, Bolivia e bassa nella
Repubblica demografica del Congo, Papua Nuova
Guinea, Brasile, Russia e Canada. In media l'88%
delle foreste delle 15 nazioni chiavi non subisce
grosse pressioni. Anche per questo - sostiene il
rapporto UNEP - è importante agire subito con azioni
di tutela. "La bassa densità demografica attorno
alla maggioranza delle aree coperte da foreste - si
legge nel rapporto - offre un'eccellente opportunità
per la conservazione, purché i governi nazionali e
la comunità internazionale si muovano nella giusta
decisione. Il punto focale delle future politiche
dovrebbe basarsi sulla protezione, educazione e
alternative allo sfruttamento delle foreste".
Infine, il rapporto afferma che le nazioni ricche
dovrebbero investire nella protezione delle foreste
ubicate nei Paesi poveri. Anche perché gli
investimenti richiesti non necessitano di essere
ingenti. In particolare, dovrebbero essere
incoraggiata la forma del "debt for nature swaps",
con cui le nazioni industrializzate riducono il
debito che quelle in via di sviluppo hanno nei loro
confronti, in cambio di azioni a favore delle
foreste.
Fonte: Econews
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