La stragrande maggioranza dei principali fiumi
europei, ben 50 su 69, sono in condizioni ambientali
critiche a causa di canalizzazioni, dighe e argini
artificiali, eccessivo prelievo di acqua, discariche
industriali, insufficiente trattamento dell'acqua e
esagerato uso di fertilizzanti.
Tra i corsi d'acqua promossi, che rispondono già ai
criteri individuati dalla Direttiva europea sulle
acque, il Wye e l'Usk (Galles), il Teno (Finlandia),
il Morava (Austria), il Coe (Scozia), il Derwent
(Inghilterra) e il Semois (Belgio). Tra quelli
bocciati e che hanno bisogno urgente di interventi
di rinaturalizzazione per raggiungere l'''ottimo
stato ecologico'' prima della fine del 2015, come
richiesto dalla direttiva Ue sulle acque, ci sono il
Rodano, la Senna, l'Ebro, il Segura, il Severn, il
Danubio, la Mosa e la Schelda. ''Sebbene
l'inquinamento pesante dei fiumi europei sia
ridotto, molti fiumi sono lontani dal raggiungimento
del loro potenziale ecologico - ha spiegato Jane
Madgwick, responsabile dei programmi del Wwf sulle
acque dolci - la sfida ora è rendere questi fiumi
nuovamente adatti alle forme di vita che una volta
erano soliti ospitare''.
Parecchi dei fiumi europei più naturali sono nelle
nazioni in procinto di entrare nella Ue: il Narva
(Estonia), il Raba (Ungheria), il Goksu (Turchia) e
il Mesta (Bulgaria). Sebbene la qualità dell'acqua
sia migliorata negli ultimi anni, l'inquinamento è
ancora il maggior problema per molti fiumi.
Significative modifiche, per risistemare i corsi dei
fiumi, dovranno essere apportate anche alle pratiche
di irrigazione agricola e nel consumo di acqua,
specialmente nel Sud Europa. Per l’associazione
ambientalista sarà fondamentale restituire ai fiumi
il loro corso naturale, ciò permetterà di ridurre
l'impatto delle inondazioni sulle aree antropizzate.
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