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Piano energia di Bush: piu' produzione, poco risparmio

 

George W. Bush ha presentato il suo "programma per l'energia" per affrontare ciò che egli ha definito "la più seria crisi energetica dall'embargo petrolifero degli anni '70". Il progetto prevede l'intensificazione dell'uso del carbone, la costruzione di 1.300 nuovi impianti per la produzione di energia e la ricerca di altro petrolio e gas naturale anche in zone protette come i giacimenti in Alaska nell'Artic National Wildlife Refugee che si ritengono capaci di produrre 600.000 barili di petrolio al giorno per i prossimi 40 anni.

Si tratta di soluzioni a lungo termine, che escludono interventi immediati, richiesti invece da molti repubblicani del Congresso.

Forti le proteste degli ambientalisti, esclusi dai colloqui preliminari all'elaborazione del programma, che sottolineano come le aree nelle quali Bush vorrebbe attuare la ricerca di nuove fonti di energia, siano protette da vincoli ambientali.

Inoltre secondo il piano sarà necessario costruire nuove centrali nucleari, prendendo a modello l'esempio della Francia, che così soddisfa l'80 per cento del suo fabbisogno energetico.
Quanto alle misure di risparmio energetico, figurano nel rapporto, ma solo in misura ridotta.

Viene chiesto all'industria automobilistica di migliorare gli standard di efficienza nell'uso del combustibile, che come sottolineato da un editoriale del "New York Times" - secondo le cifre fornite dall'American Council for an Energy-efficient economy - aumentando l'efficienza di camion e automobili a 35 miglia al gallone, si potranno risparmiare 1,5 milioni di barili al giorno entro il 2010 e 4,5 milioni entro il 2020, una quantità sette volte superiore a quella che si prevede potranno produrre i pozzi che Bush vuole nella riserva naturale dell'Alaska. Anche uno studio, pubblicato dallo stesso dipartimento dell'Energia lo scorso anno dal titolo "Scenari per un futuro energetico pulito", sostiene che una politica tesa al risparmio ed alla maggiore efficienza non renderebbe necessaria la costruzione di 610 dei 1.300 nuovi impianti energetici che si vogliono costruire nei prossimi 20 anni.

"Il presidente - ha detto il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer - crede che l'uso dell'energia da parte degli americani sia un riflesso della forza della nostra economia". I vice-presidente Cheney ha recentemente liquidato l'idea del "risparmio energetico" come "una virtù personale, non una base sufficiente per una vigorosa e ampia politica energetica".

 

 

 


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