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Raggiunto l'accordo per combattere la pesca illegale

 

Dopo due settimane di trattative, presso la sede della FAO a Roma, e' stato trovato l'accordo tra i 114 paesi per combattere la pesca illegale. 
Sara' piu' difficile per i pescerecci pirata nascondere la propria nazionalita' e il nome del proprietario, pescare in mare e vendere i pesci catturati illegalmente. Il piano della FAO chiede anche ai governi di rendere illegali gli accordi e gli scambi commerciali tra banche, compagnie d'assicurazione, e grandi negozi alimentari con aziende ittiche pirata. 
Greenpeace chiede ai paesi di rafforzare le misure anti-pesca illegale e farle diventare legge nazionale. 
Il piano e' volontario e debole soprattutto nelle questioni chiave, come la chiusura di porti ai pescherecci illegali. Ma se i governi renderanno illegale il commercio di pesce catturato dalle navi pirata e il cambiamento del nome del reale proprietario, allora questa sara' la strada giusta per eliminare tale tipo di pesca. 
Durante i negoziati, il Messico e il Brasile hanno fortemente contrastato provvedimenti chiave, indebolendo la proposta di chiudere il mercato al pesce illegale e chiudere i porti ai pescherecci pirata. Molti paesi come la Norvegia, l'UE, l'Australia, la Mauritania, l'Islanda, e gli USA hanno detto che avrebbero voluto un accordo piu' severo per combattere il problema. Secondo un rapporto pubblicato questa settimana dalla FAO, il 75% delle risorse ittiche mondiali (utilizzate per l'alimentazione) sono completamente sfruttate o sfruttate al limite di rigenerazione. Il rapporto rivela anche l'allarmante impatto del sovrasfruttamento ittico sull'intero ecosistema marino. Gran parte degli ecosistemi oceanici mondiali sono vicini al totale sfruttamento. Solo l'Oceano Indiano orientale e il Pacifico occidentale mostrano poco stress. Secondo Greenpeace esistono circa 1.300 pescherecci di scala industriale che portano bandiere di convenienza. I proprietari "registrati" di queste navi si trovano in 80 paesi, ma molti sono di Taiwan, Spagna, Panama e Honduras.

 

 

 


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