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Il sole catalano all'assalto della C02  

 

Come numerose metropoli europee, Barcellona comincia a mancare di ossigeno.
Forti di questa constatazione i costruttori locali hanno deciso di prendere il toro per le corna e di affrontare il fenomeno.
Risultato. Dal 1° Agosto 2000, un'ordinanza municipale impone l'installazione di scalda acqua solari su tutti gli edifici collettivi costruiti o ristrutturati da questa data.
Un atto forte che segna la volontà politica di questa grande città del sud dell'Europa nella lotta contro l'inquinamento.

In molti paesi d'Europa, questo tipo di provvedimento non è giuridicamente proponibile.
E' difficile infatti imporre ai costruttori una soluzione solare per il riscaldamento dell'acqua sanitaria che induce un sovra-costo di fabbricazione.
"E' chiaro che, rispetto a molte città europee, noi abbiamo più potere decisionale sul piano locale a Barcellona" , dice Joan Carles Lopez, direttore del dipartimento Energia della capitale catalana. "Ma, è chiaro che questa decisione d'imporre il solare termico dipende da una volontà politica molto forte".
Fino al 31 gennaio 2001, l'ordinanza verrà applicata solo su alcuni quartieri nuovi della città, per edifici aventi un consumo di acqua calda superiore a 4000 litri/giorno. Successivamente, il volume sarà portato a 2000 litri/giorno, sull'insieme della città, il che sottintende che le realizzazioni di taglia più piccola saranno comprese. A Sant Joan Despí, una borgata vicino a Barcellona, l'ordinanza è ancora più restrittiva, con un volume di consumo giornaliero di 750 litri/giorno.

Questa decisione municipale d'imporre gli scalda acqua solari, è stata molto discussa relativamente al livello di accettazione da parte delle categorie professionali coinvolte.
" Alla fine, ci siamo convinti, dopo numerose riunioni che gli operatori del settore l'accoglievano in modo molto positivo", ammette Joan Carles Lopez.
"E lo stesso vale per il resto della cittadinanza. Un'inchiesta della municipalità, riporta che l'80% della gente è pronta a pagare il 10% in più per utilizzare energie pulite".
Per favorire la promozione delle energie rinnovabili, la municipalità a creato uno spazio d'informazioni nel pieno centro di Barcellona, che ha avuto un grande successo di pubblico.

Per il momento, gli effetti dell'ordinanza municipale non sono ancora visibili ma delle realizzazioni sono in corso. Due progetti di 500 alloggi, quattro hotels e una palestra rispondono alle misure di questo testo. Questi edifici saranno i primi di una lunga lista a venire.

Anche gli edifici esistenti saranno soggetti all'ordinanza.
Nei prossimi tre anni, l'amministrazione di Barcellona sceglierà tra gli 800 edifici municipali, quelli con maggiore richiesta di acqua calda (piscine, scuole, palestre etc.) al fine di installare i captatori solari. 
Per i quindici mercati municipali, simbolo forte della vitalità dei quartieri di Barcellona, si stanno cercando soluzioni sia per l'installazione di sistemi solari per la produzione di acqua calda che di sistemi fotovoltaici per la produzione di elettricità.

Barcelona è dunque su una buona strada. Città di cultura e di architettura, sta prestando una particolare attenzione all'integrazione dei captatori sugli edifici. " Stiamo lavorando molto su piano estetico con il Patronato Municipale, dice Joan Carles Lopez. Si sa che la sensibilità estetica cambia nel corso del tempo, ma è già possibile realizzare installazioni architettonicamente riuscite". E questo è un aspetto da non dimenticare per una buona armonia del risultato.

La messa in atto dell'ordinanza municipale fa parte di un consistente programma energetico, che conta di installare entro il 2002 più di 100 000 m² di captatori solari, e che rientra nelle strategie volte alla riduzione delle emissioni di CO2 e dei consumi di energia fossile previsti dall'Unione Europea in conformità con il Protocollo di Kyoto.
Joan Carles Lopez si chiede infine in che modo gli altri stati europei potranno rispettare le nuove norme d'emissione in vigore se la legge non li autorizza a istituire ordinanze come questa.
In Spagna, l'esempio di Barcellona è seguito da vicino da altre città che si apprestano ad adottare l'ordinanza nei mesi a venire.
Per l'installazione dei pannelli solari, sono stati attivati due piani di aiuto finanziario:
* Uno del governo regionale pari a 200 euro per m² di captatori installati.
* Un altro della municipalità che copre il 25% del costo totale d'installazione
Nell'insieme gli aiuti finanziano circa il 50% del costo globale. 

 

 

 


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