Gli impianti eolici hanno un impatto ambientale
devastante: tralicci, ripetitori e antenne per
telefonia rispetto a queste strutture non hanno un
impatto paesaggistico paragonabile per pesantezza.
Sono gravi le accuse lanciate contro le wind-farm da
Oreste Rurigliano del Comitato nazionale del
paesaggio che ha lanciato un vero e proprio affondo
alle pale eoliche. "È gravissima - rincara la dose-
la ricaduta connessa alle infrastrutture che
accompagnano l' installazione scavi, manufatti,
nuovi elettrodotti, chilometri e chilometri di nuova
rete stradale di servizio. C' è inoltre da
considerare l' impatto sulla fauna: i crinali dell'
Appennino, della Sicilia e della Sardegna sono le
aree dove ancora sopravvivono alcune specie di
aquile, avvoltoi ed altri rapaci, altrove pressoché
scomparse e le pale eoliche rappresentano un
pericolo mortale per questi rapaci, che subiscono
perdite tali da vanificare anni di lavoro per la
loro reintroduzione e protezione". La corsa
all'energia dal vento, prosegue Rutigliano, non si
arresta in zone dove nemmeno costruire un rifugio di
montagna sarebbe possibile, si consente la
realizzazione di torri eoliche alte decine di metri.
Nel giro di 3-4 anni, ipotizza potrebbe venir meno
l' ultima grande riserva del paesaggio italiano, la
dorsale appenninica. Se le torri sono sotto accusa
dal punto di vista naturalistico, non è minore
l'accusa nei confronti del business delle
rinnovabili "In base alla legge Bersani, dice
Rutigliano, produttori ed importatori di energia
elettrica devono detenere una quota del 2% di
produzione da fonti rinnovabili e la scelta degli
operatori è ricaduta sull' eolico che è la fonte più
economica, con l' assurdo risultato che in Italia,
tra le rinnovabili, marcia trionfalmente solo
l'eolico". La prova, osserva, "è che ben il 97%
della potenza dei nuovi impianti di energia
rinnovabile per i quali è stata chiesta la
connessione al gestore della rete nazionale è
ascrivibile alle "wind farm": le richieste ammontano
ad una potenza complessiva di 13.300 Megawatt, quasi
30 volte la potenza eolica oggi installata in
Italia, che è di circa 500 Mw, con 1.000 torri
eoliche". La diffusione delle pale eoliche, sempre
secondo Rutigliano, "è favorita anche dall'
atteggiamento di molti sindaci che, per sanare le
finanze comunali, sono pronti a svendere parti del
proprio territorio agli operatori eolici, che
offrono 150-170 milioni all' anno. Ma in alcun zone
si sta formando un' opposizione a questi impianti.
Ci sono comuni come San Bartolomeo in Galdo
(Benevento) che si dichiarano con delibera ufficiale
"deolizzati" ed altri, come Agnone (Isernia) che
chiedono alla Regione Molise di fermare le pale
eoliche. Alle critiche del comitato del paesaggio
risponde Franco Ferrante di Legambiente secondo cui
"a qualcuno capita di perdere di vista l'obiettivo
per il quale lotta. È un attacco assurdo e senza
senso". La collocazione di un parco eolico sul
territorio italiano, dice, "è certamente un fatto
assai delicato e necessita di attente valutazioni".
Ma, avverte, "questoIn tutte le regioni, comunque,
si è aperta la corsa all' eolico. Provengono dalla
Sardegna le maggiori richieste di connessione alla
rete di trasmissione di nuovi impianti di produzione
di energia dal vento (2.912 Megawatt).
Una soluzione arriva dalla Germania che ha in
progetto di sviluppare la propria capacità di
produzione di energia eolica con 5000 nuovi impianti
da costruire in mare aperto. Deciso l'abbandono del
nucleare, il governo federale ha deciso quindi di
puntare su un settore in cui il paese è già leader
mondiale: con un incremento del 44 per cento negli
ultimi anni, la quota di energia prodotta per il
mercato interno prodotta da oltre 11.000 turbine è
ora del 3,5 per cento. Inoltre, nell'ultimo hanno i
tedeschi hanno costruito circa metà degli impianti
di tutto il mondo. Forte di questo know how, la
Germania pensa al futuro con un progetto
pionieristico, che prevede migliaia di impianti a
circa 45 chilometri largo delle coste, nel nord del
paese. Là dove la forza del vento si fa sentire con
maggiore vigore, occorreranno turbine giganti di
dimensioni doppie rispetto a quelle convenzionali.
Un progetto pilota è già stato autorizzato e sarà
operativo probabilmente l'anno prossimo. Oltre alla
sfida prettamente tecnologica, gli ingegneri
dovranno confrontarsi con due grandi problemi: la
sicurezza della navigazione e l'impatto ambientale.
I produttori europei di energia eolica stimano di
poter fornire energia a 50 milioni di persone in
meno di 10 anni, purché adeguatamente supportati a
livello legislativo e fiscale. Ciò rappresenterebbe
uno dei contributi più consistenti al raggiungimento
degli obiettivi del protocollo di Kyoto fissati per
l'Unione Europea. .
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