Secondo l'Unep (United Nations Environment Programme)
circa il 90% del patrimonio palustre mesopotamico e'
andato perduto a causa del drenaggio e della
costruzione di dighe. In un rapporto che sara'
pubblicato a fine anno, gli scienziati dell'Unep
hanno quantificato i danni subiti da questi
ecosistemi d'acqua dolce, importanti per le
popolazioni umane e per le specie animali. Le paludi
che una volta coprivano una superficie di 15,000 -
20,000 Km2, oggi si sono ridotte a un decimo della
loro estensione originaria. Circa un quinto dei
500.000 uomini che vivono nell'area adesso vive nei
campi profughi dell'Iran. La cultura millenaria
della Mesopotamia, erede dei Sumeri e dei
Babilonesi, sta per scomparire del tutto. L'agenzia
ONU per l'ambiente ha chiesto ai paesi responsabili
delle paludi e dei fiumi Tigre ed Eufrate (tra cui
Iran, Iraq, Syria e Turchia) di raggiungere un
accordo per il ricovero dell'ecosistema. Gli
ecosistemi palustri sono importanti perche'
forniscono acqua potabile, risorse alimentari,
medicine, e materiali da costruzione come olii e
resine.
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