Secondo i ricercatori, Karl J. Niklas, della Cornell
University, e Brian J. Enquist, dell'Università
dell'Arizona, la biomassa vegetale che si trova
lungo le rive del Rio delle Amazzoni non è superiore
a quella, per esempio, delle foreste del Canada, o
delle poche rimaste in Europa.
La biomassa è la materia organica che può essere
convertita in energia e che è composta per la
maggior parte da legno.
Finora si era convinti in che la concentrazione di
biomassa diminuisse costantemente allontanandosi
dall'equatore verso le alte latitudini, ma i dati
mostrano però che ci sono differenze minuscole,
almeno per quanto riguarda gli alberi nelle zone
ricoperte da foreste.
Quello che realmente si riduce è invece la
biodiversità, il numero di specie presenti nella
foresta.
I ricercatori hanno utilizzato le osservazioni di
227 foreste, sia tropicali che temperate, comprese
fra 60 gradi di latitudine nord e 40 sud, a quote
comprese fra 20 e 3000 metri sul livello del mare.
Le foreste sono state anche classificate a seconda
del numero di specie di alberi presenti, che variava
nei siti studiati da 2 a 300. Con questi dati, i
ricercatori hanno misurato la distribuzione degli
alberi, suddivisi per diametro per ogni sito.
Il risultato è che la quantità di biomassa è
risultata praticamente identica, con pochissime
differenze a seconda di quante specie di alberi si
trovano nella foresta. Questo, spiegano i
ricercatori, avviene perché gli alberi di una
foresta competono per accaparrarsi un maggiore
volume. In questo modo, non importa quale specie
realmente vinca o quante ce ne siano, un albero è un
albero e lo spazio disponibile è sempre quello.
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