Gli scienziati del Centro per la ricerca
immunologica del St. Vincent Hospital di Sidney, in
Australia, hanno pubblicato sul numero di giugno del
Journal della "International Society of
Differentiation", i risultati di uno studio che
mette in relazione la radiofrequenza emessa dai
telefoni cellulari con l'insorgere di tumori,
attraverso l'attivazione continua e persistente
della risposta al caldo delle proteine contenute
nelle cellule.
Si tratta quindi degli effetti termici delle
radiofrequenze.
I ricercatori sostengono che l'esposizione continua
alle radiazioni dei cellulari rappresenti uno stress
ripetitivo che porta all'attivazione continua della
risposta delle cellule e dei tessuti esposti, che
escono così dal loro normale funzionamento e portano
al tumore.
Il livello delle emissioni dei cellulari necessari,
secondo questa la teoria, a scatenare la reazione
delle proteine è molto inferiore ai livelli di
"sicurezza" finora stabiliti per i telefoni mobili
nel mondo. Lo studio, che crea un nuovo fronte di
ricerca arriva a poche settimane dall'annuncio
dell'avvenuta registrazione di brevetti su
tecnologie di schermatura e di sicurezza sui
cellulari da parte di diversi costruttori di
telefonini, vale a dire Nokia, Motorola ed Ericsson.
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