Nei bandi di appalto pubblico potranno in futuro
apparire sempre piu' spesso requisiti ecologici
riguardanti, ad esempio, i processi produttivi, le
materie prime utilizzate o l'impatto ambientale. Lo
annuncia la Commissione Europea ricordando che il
diritto comunitario offre numerose possibilita' ai
committenti pubblici di inserire nelle gare di
appalto riferimenti ambientali. Il rispetto
dell'ambiente puo' diventare dunque, per gli
appaltatori che lo vogliono, un criterio di
aggiudicazione previsto dal diritto UE. Per
informare su tutte le possibilita' che rendono il
mercato degli appalti piu' 'verde', l'Unione intende
realizzare un manuale pratico: ma intanto, una
comunicazione interpretativa emanata ieri
dall'esecutivo suggerisce gia' fin d'ora alcuni
orientamenti per appalti 'ecologici'. In base al
diritto UE, ad esempio, i committenti possono
richiedere espressamente nel bando che i metodi di
produzione non danneggino l'ambiente, e poi esigere
un certificato di etichetta ecologica come prova di
conformita' del prodotto o del servizio fornito.
Ancora, si puo' richiedere che gli alimenti forniti
nelle mense scolastiche provengano da culture
biologiche, o che le fonti energetiche siano
ecocompatibili. "Adottare questi criteri servira'
anche a un buon utilizzo del denaro", ha osservato
il commissario UE al mercato interno, Fritz
Bolkenstein. Il settore degli appalti pubblici
corrisponde a circa 1000 miliardi di euro l'anno in
tutta l'UE, pari al 14% del pil comunitario. Secondo
la commissaria UE all'ambiente, Margot Wallstrom,
con appalti pubblici 'piu' verdi', "la popolazione
beneficia delle economie realizzate acquistando beni
riciclabili o energicamente non dispendiosi".
Inoltre - ha aggiunto la Wallstrom - "gli appalti
pubblici 'verdi' possono apportare un contributo
alle questioni ecologiche, come la lotta al
cambiamento climatico o il miglioramento della
gestione dei rifiuti".
Fonte: Econews.
|