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Giornata mondiale dell'acqua

 

La ricetta di Legambiente per una gestione sostenibile delle risorse idriche
Quando all'uso irrazionale e alla gestione inefficace si aggiunge una stagione di particolare penuria, ecco che l'acqua diventa un'emergenza di prim'ordine in tutto il Paese, e ci appare finalmente per quello che è: non una risorsa inesauribile ma scarsa ed irregolare. 
Anche quest'estate, ancora una volta, i rubinetti di molti italiani resteranno lungamente asciutti. Complice un inverno molto secco, la siccità ci minaccia: Puglia, Sicilia, Basilicata e Sardegna sono le regioni più colpite, con ingenti danni alle produzioni agricole e al settore zootecnico. Ogni abitante del Meridione resterà mediamente 1 mese senz'acqua. Le cause? Scarsità delle piogge, certo, ma anche una rete che fa acqua da tutte le parti (con perdite fino al 50%), sistemi di irrigazione arcaici, l'assenza di una diffusa e matura cultura delle risorse ambientali: tutti caratteri che fanno dell'Italia il paese dove nonostante una buona disponibilità idrica i serbatoi restano sempre vuoti. 
E' tempo - secondo Legambiente - che nella gestione dell'acqua si passi dalla pianificazione dell'offerta a quella della domanda: bisogna ridurre i consumi, gli sprechi ed i prelievi illegali, e arrivare a pensare l'acqua come un bene comune e limitato perché si possa dare una soluzione duratura ai problemi di approvvigionamento. 
La nostra società si fonda sull'assunto di una disponibilità illimitata d'acqua: occorre invece creare una cultura delle risorse ambientali scarse ed irregolari, in cui questa scarsità non sia determinata solo dalla reale assenza delle risorse, ma anche e soprattutto dall'opportunità di conservarle alle future generazioni riducendo l'impatto socioeconomico ed ecologico dei prelievi. Per dare un taglio agli sprechi saranno decisivi gli interventi sulla rete: un'età media delle tubature che si aggira tra i 25 e 40 anni, insieme al pessimo stato di manutenzione (gli investimenti nelle risorse idriche dagli anni '80 da oggi sono diminuiti del 70%), ne fanno un vero colabrodo. Altra tappa decisiva verso il contenimento dei consumi è la razionalizzazione dell'agricoltura - di gran lunga la causa maggiore di consumo di acqua in Italia: è necessario introdurre tecnologie irrigue meno idroesigenti (come l'aspersione, e l'irrigazione localizzata) abbandonando pratiche altamente dispersive come la canalizzazione a pelo libero. Ad aumentare l'incidenza di queste soluzioni è opportuno inoltre potenziare il riciclo delle acque reflue ed estenderlo a settori d'impiego sempre più numerosi.
Un contributo significativo al controllo della domanda può inoltre venire dalla razionalizzazione e semplificazione del sistema politico amministrativo che gestisce il settore idrico, incrementando il decentramento, la partecipazione e la responsabilizzazione degli utenti. Non vanno trascurati infine gli strumenti di incentivazione tariffaria che premino chi fa un uso sapiente della risorsa idrica
Fonte: Legambiente

Su questo argomento vedi anche:

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Acqua. Legambiente: le sorgenti? Sono piu' inquinate dei fiumi
Greepeace analizza le acque potabili italiane 

 

 

 


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