Tra
pochi anni il 65% della popolazione mondiale vivrà
nelle città.
Anno 2005: per la prima volta nella storia
dell'umanità si prevede che la popolazione urbana
mondiale supererà quella rurale. Le Nazioni Unite
ipotizzano che tra 25 anni la popolazione urbana
mondiale sarà pari al 65-85% del totale.
C'è chi sostiene che si tratti dell'inizio di una
nuova era per la specie umana la cui importanza può
essere paragonata alla rivoluzione che apportò nel
Neolitico l'affermarsi dell'agricoltura. Se il trend
non cambierà spontaneamente tra 15 anni saranno 26
le città nel mondo con una popolazione in alcuni
casi molto superiore a 10 milioni di abitanti.
Il tasso più alto di crescita urbana lo tiene il
continente africano, che è anche il continente con
più lento sviluppo economico. Ci troviamo di fronte
a un fenomeno destinato a creare enormi problemi
socio-economici soprattutto nei paesi in via di
sviluppo. Il traguardo che il nostro pianeta
raggiungerà nel 2005 con il sorpasso delle città
rispetto alle campagne è già stato raggiunto in
Europa occidentale a metà del Novecento: ma è stato
un processo storico di lunga durata, costituito da
un susseguirsi di modelli di crescita. Le megalopoli
attuali del Terzo Mondo, invece, sono esplose in
pochi decenni: qui non è stata, come è avvenuto in
Europa, la bottega , o l'officina o la fabbrica che
ha richiamato i contadini ma il contadino che ha
occupato la città, spesso portando con sè l'unica
cosa che possedeva: la fame.
C'è chi si chiede se l'informatica e, soprattutto,
se internet sarà capace di fermare la corsa
all'urbanesimo: teoricamente la possibilità di
comunicare e lavorare a distanza dovrebbe fermare
l'esodo dalle campagne verso le città.
Nella pratica, però, almeno fino a quando l'utilizzo
delle nuove tecnologie sarà prerogativa dei ceti
culturalmente ed economicamente favoriti tutto
questo è destinato a rimanere un'utopia.
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