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Un buon antipasto può rendere meno buona la portata successiva? (17/08/2015)

Stuzzicare l'appetito con un antipasto può influire su quanto apprezzeremo la portata principale che seguirà. Le modalità, però, potrebbero non essere quelle previste.

Jacob Lahne, PhD, assistente professore al Center for Hospitality and Sport Management della Drexel University di Philadelphia, e Debra Zellner, PhD, docente alla Montclair State University, hanno realizzato uno studio, all'Academic Bistro per la formazione culinaria, gestito da studenti, del Center for Hospitality and Sport Management. Lahne è specializzato nella valutazione sensoriale come parte della scienza alimentare dedicata alla comprensione delle risposte degli esseri umani agli alimenti.

Lo scopo dello studio era quello di conoscere quanto sarebbe stato apprezzato un piatto di pasta aglio e olio quando preceduto da un antipasto di bruschetta. In particolare i ricercatori volevano comprendere l'influenza della qualità dell'antipasto sul gradimento del successivo piatto di pasta. I piatti e gli ingredienti sono stati scelti basandosi sull'esperienza dello Chef Richard Pepino, executive chef dell'Academic Bistro.

E' interessante vedere come, in mancanza di sufficienti riferimenti culturali circa l'alimentazione dell'area del mediterraneo, i ricercatori hanno costruito uno studio in modo da potere raggiungere solo parzialmente lo scopo che si erano prefissi.

La bruschetta dell'antipasto è stata realizzata in due versioni definite come buona e mediocre.
La prima a base di olio extra vergine di oliva, pomodoro fresco, basilico fresco, scorza di limone ed aceto balsamico, mentre la seconda costituita da un olio di oliva economico e basilico secco.

Un primo risultato interessante è stato che il piatto di pasta è stato più apprezzato quando preceduto dalla bruschetta mediocre, ma il perché non è risultato chiaro.

La scelta e la sequenza degli alimenti è fondamentale ai fini del gradimento del cibo: un pasto non è una sequenza casuale di cibi, più o meno buoni, ma un susseguirsi armonico che tiene conto di moltissimi fattori, dal tipo di alimento (che verdura, carne, pesce o altro) al tipo di preparazione, ai sapori, la loro intensità ed ai condimenti che devono essere tali da permettere di gustare il piatto preparando la bocca a quello che verrà.

Un po' come avviene quando si assaggiano diversi formaggi, che vengono presentati su di un piatto nell'ordine in cui dovranno essere mangiati per potere essere apprezzati, evitando di mangiare prima quelli più saporiti che renderebbero i successivi, più delicati, insipidi e senza personalità.

Quindi potrebbe essere risultata più importante la scelta dei piatti, l'intensità degli ingredienti e la sequenza degli stessi rispetto alla qualità intrinseca della preparazione. In fondo la bruschetta definita mediocre, con i suoi sapori ed aromi sicuramente più delicati ha condizionato meno la bocca rispetto alla bruschetta buona, dotata di una personalità più importante.

La ricerca iniziale per rispondere alla domanda se il piacere di mangiare un piatto possa influenzare ed in che modo, il piacere dei piatti successivi, sarebbe stata sicuramente più proficua se fosse stata basata su conoscenze meno superficiali degli argomenti trattati.

Per saperne di più
Drexel University - Philadelphia

Marco Dal Negro