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Mangiare la carne: quanta confusione e quanti luoghi comuni - parte prima (30/06/2014)

Quando leggiamo degli effetti che i cibi hanno sul nostro organismo siamo avvolti dalla presenza pervasiva dei luoghi comuni, affermazioni assolute, supportate dalle solite importanti ricerche scientifiche. Se solo qualcuno in più si prendesse ogni tanto la briga di leggerle queste importanti ricerche scientifiche, potremmo avere il privilegio di un'informazione un po' più corretta.

Molto spesso ci renderemmo conto di quanto poche certezze in realtà ci siano in questo campo e di quanti dubbi i ricercatori abbiano, ed è giusto così, perché gli elementi che influiscono sul nostro corpo sono moltissimi, dall'interno e dall'esterno, e le interazioni, perciò, sono infinite. Tutto il contrario delle affermazioni, assolute o quasi, che leggiamo da ogni parte..

Ciò premesso torniamo alla carne che si mangia, ed alla confusione che la circonda. La carne fa bene o fa male? E poi quale carne fa che cosa? E come influisce il modo di prepararla, e di mangiarla? Ma fa venire il tumore o no? E i grassi?

Premesso che nessuno su questo argomento ha la verità in tasca, proviamo a vedere qualche certezza da cui partire per farci delle idee, se possibile sensate.

La carne contiene nutrienti preziosi per nostro corpo, quindi, in linea generale, mangiarne un po' fa bene. Alcune persone la rifiutano per motivi personali di varia natura ma qui siamo nel campo delle libere scelte personali.
Ho detto in linea generale fa bene, con riferimento a carne allevata secondo natura, non in modo intensivo, sempre nelle stalle, in poco spazio, con mangimi industriali additivati di ormoni o di sostanze che ne mimano gli effetti, di antibiotici preventivi e di altre sostanze che ne modificano le caratteristiche naturali e le gonfiano. La carne di bestie che stanno normalmente al pascolo per lunghi periodi a mangiano correttamente, normalmente, salvo eccezioni, in quantità limitata fa bene.

Ma quant'è la quantità limitata?
Come già detto (Proteine animali: quante e quando mangiarle - Carne rossa: facciamo il punto), a titolo indicativo, 300/400 grammi alla settimana possono rappresentare una quantità sana, da adattare alle esigenze di ciascuno, sempre riferito a carne allevata in modo sano.

E per la carne allevata in modo industriale, con gli additivi, gli antibiotici, gli ormoni e tutto il resto?
In realtà non lo sa nessuno, perché non sono stati realizzati studi abbastanza ampi, che abbiano considerato le interazioni tra tutte le sostanze, che a questo punto sono diventate molte, e gli effetti sul corpo umano, sul sistema endocrino, su quello immunitario, quello nervoso, e così via, restano molto poco conosciuti.

Molto spesso poi le ricerche degli scienziati considerano insieme, come fossero la stessa cosa, la carne rossa di manzo fresca e quella lavorata industrialmente, come il salame, la mortadella, la carne in scatola, quella contenuta nei piatti pronti, piene di conservanti, additivi, esaltatori del sapore come il glutammato, antiossidanti di ogni tipo. Ma non sono né la stessa cosa né elementi equivalenti. Considerarli insieme rende i risultati inattendibili e quindi inutili.
Il problema di categorie che comprendono elementi molto diversi è quasi una costante in molti studi: i ricercatori più seri, da qualche parte dichiarano di essere coscienti di questo problema e mettono le mani avanti, ma quando si tratta di alimentazione non sono molti.

Discorso analogo vale per le carni degli altri animali, come i polli, tacchini, conigli, pecore, capre e tutti gli altri.

E poi, è meglio un pollo industriale o un pezzo di manzo naturale? La risposta è molto difficile per la complessità degli elementi da valutare e dovrebbe essere personalizzata, non certo uguale per tutti.

Come influisce, poi, il metodo di cottura?
Dipende dal tipo di carne, di bestia, di pezzatura e da molti altri elementi.

La grigliatura genera sostanze nocive, ma alcuni sostengono che ciò avviene solo per certe carni e non per altre, così come non per il pesce. Altri sostengono che non ci sono divisioni, che vale per tutti i cibi. Probabilmente ancora una volta dipende dalla frequenza con cui si griglia e dalla quantità che se ne mangia e vale ancora il buon senso.

E poi, quanto influisce sui processi dannosi e che cambiamenti comporta nelle conseguenze sul nostro organismo il masticare e salivare bene tutti questi cibi o il non farlo?

Ed infine, da quante interazioni dipende l'eventuale azione cancerogena?
Quando si legge che dovremmo sostituire delle porzioni di carne con altre di frutta o verdura, non stiamo di nuovo mettendo insieme frutta e verdura che hanno impatti ben diversi sul corpo, come diversi sono gli effetti del mangiare un'insalata o una banana?
Ma Carne e tumori sarà l'argomento della seconda parte di questo articolo, online domani. (Carni rosse e rischio di cancro al seno).

E perché quando si dice che è meglio mangiare vegetali integrali non si sottolinea che devono essere assolutamente biologici, certi, perché diversamente sulla parte grezza si saranno accumulati tutti i chimici, i pesticidi ed i conservanti che sono molto ma molto più dannosi e cancerogeni?

Ecco, è proprio vero, siamo in un campo dove non ci sono certezze, il buon senso può aiutare, una visione equilibrata di insieme dell'essere umano, del suo corpo e di quello che gli mettiamo dentro anche.
I saccenti che sono pieni di certezze e che sanno tutto, poi, mi ricordano mio nonno che quando ne parlava era solito citare un vecchio modo di dire francese: "Il sait tout", che voleva dire: crede di sapere tutto, è solo un imbecille!

Per saperne di più
A tavola contro cancro,bocciate grigliate promosse spezie
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Per saperne di più sulla curcuma
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Red Meat Consumption and Mortality
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The Ratio of Macronutrients, Not Caloric Intake, Dictates Cardiometabolic Health, Aging, and Longevity in Ad Libitum-Fed Mice
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The University of Southern California USC.
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continua parte seconda....

Marco Dal Negro