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Cibo e sonno: trovati molti legami (08/03/2013)

 

Se "Sei quel che mangi", ciò che mangi influenza anche quanto dormi? Il sonno, come l'alimentazione e l'attività fisica, è un elemento portante della salute e del benessere.

Con l'aumento dei casi di obesità e tutte le conseguenze connesse, i ricercatori hanno iniziato a studiare i fattori che portano a prendere peso.
Un nuovo studio della Perelman School of Medicine della University of Pennsylvania mostra, per la prima volta, che determinati nutrienti possono influire sulla durata del sonno e che le persone che dichiarano di mangiare in modo molto variato dormono anche in modo più sano. La nuova ricerca è pubblicata sulla rivista Appetite.

Per capire il rapporto tra cibo e durata del sonno i ricercatori hanno analizzato i dati della 2007-2008 National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) ,supportati dai Centers for Disease Control and Prevention. La ricerca NHANES contiene dati demografici, socioeconomici, riguardanti la dieta e la salute.
Il campione per la ricerca era stato selezionato per rappresentare l'intera popolazione U.S.. Per questa nuova ricerca i ricercatori hanno utilizzato la parte che riguardava la durata del sonno riportata da ogni partecipante, notte per notte, in modo da potere riaggregare i partecipanti secondo diversi parametri.

I gruppi sono stati composti in questo modo:

Sonno molto breve: meno di 5 ore per notte.
Sonno breve: 5-6 ore per notte.
sonno normale: 7-8 ore per notte.
Sonno lungo: 9 o più ore per notte.

Con l'aiuto di personale appositamente preparato i partecipanti del NHANES hanno fornito anche informazioni dettagliate su tutto ciò che avevano ingerito nell'arco della giornata: dal bicchiere d'acqua ad ogni singola informazione riguardo ogni cibo mangiato ai pasti e fuori pasto.

Poi i ricercatori hanno analizzato i dati sui singoli nutrienti e sulle calorie assunte per ogni gruppo diverso da quello del sonno normale. Quindi hanno cercato le possibili associazioni controllando la dieta, in generale, gli aspetti demografici, socioeconomici, l'attività fisica, l'eventuale obesità e gli altri fattori che potessero spiegare le associazioni.

Il primo dato emerso è stato che l'assunzione di calorie era diversa tra i vari gruppi.
Quelli che dormivano poco consumavano più calorie, seguiti da quelli che dormivano normalmente, poi da quelli dal sonno molto breve, a loro volta seguiti da quelli con il sonno molto lungo.

La massima varietà nell'alimentazione era quella di chi dormiva in modo normale e la più bassa in quelli che dormivano molto poco.
Sono state trovate anche differenze tra i gruppi per quanto riguarda molti tipi di nutrienti, comprese le proteine, i carboidrati, le vitamine ed i minerali.

Con un'analisi statistica i ricercatori hanno trovato che c'era una certa quantità di differenze nella dieta, ma queste erano ampiamente dipendenti da pochi nutrienti chiave.

I ricercatori hanno trovato che il sonno molto breve era legato con una minore assunzione di acqua del rubinetto, di licopene (contenuto nei cibi di colore rosso ed arancione), e del totale dei carboidrati.

Il sonno breve era associato con minori quantità di vitamina C, di selenio (frutta secca, carne e frutti di mare), e con maggiori quantità di luteina e zeaxantina (paprika, peperoncino rosso, vegetali verdi, a foglia, maggiorana, salvia, timo).

Il sonno lungo era associato con una minore assunzione di teobromina (cioccolato e tè), di acido dodecanoico (nei grassi saturi), colina (uova e carni grasse), del totale dei carboidrati, ed associato con una maggiore quantità di alcol.

Nell'insieme, perciò chi dormiva 7-8 ore per notte mangiava in modo diverso da chi dormiva meno o di più. I ricercatori hanno trovato anche che il sonno corto e lungo erano associati con una minore varietà nei cibi, ma quello che ancora non sanno è se cambiando la propria alimentazione le persone cambierebbero anche il proprio sonno. Le prossime ricerche potrebbero ora concentrarsi su questo e sui legami tra quantità di sonno ed obesità, diabete e problemi cardiovascolari.

Altri co-autori della Penn sono Nicholas J. Jackson e Jason R. Gerstner, PhD..

Per saperne di più
Penn Medicine, Philadelphia

Appetite

(MDN)

 

 


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